Recensione Donkey Kong Country Tropical Freeze
Parlando di Nintendo, tutti pensano subito inevitabilmente a Super Mario, icona incontrastata della Grande N e del mondo videoludico in generale. Ma c’è un personaggio senza il quale il buon Super Mario (che all’epoca, parliamo del 1981, si chiamava semplicemente Jumpman) si troverebbe ancora a riparare tubi e aggiustare lavandini.
Parliamo ovviamente di Donkey Kong, antagonista dell’idraulico baffuto che, col tempo, si è scrollato di dosso il suo passato per dar vita ad uno dei franchise più amati dai nintendari. I titoli della serie Donkey Kong Country sono riconosciuti dai videogiocatori come eccellenze nel campo dei Platform, e non stupisce quindi che, nel 2010, Nintendo abbia affidato ai Retro Studios il compito di riprendere questa serie, partorendo Donkey Kong Country Returns per Wii, riuscendo a replicare, se non superare, il successo passato.
E non sorprende neanche che, a quattro anni di distanza, Retro Studios ci voglia riprovare, proponendo Donkey Kong Country Tropical Freeze, disponibile da Febbraio 2014 in esclusiva Wii U. Saranno riusciti i Retro Studios a creare un titolo all’altezza della sua fama? Siamo qui per scoprirlo.
Come in ogni platform che si rispetti, anche in Tropical Freeze la trama non è altro che un mero pretesto per condurci subito nell’azione. Mentre Donkey Kong e i suoi amici festeggiano allegramente sulla loro isola, un gruppo di animali vichinghi, i Nevichinghi, appunto, si impossessano dell’isola, congelandola e cacciando i nostri amati scimmioni. Sarà quindi compito di Donkey Kong, coadiuvato dal nipotino Diddy Kong, la sua amica Dixie Kong e il vecchio Kranky Kong, liberare ogni isola che incontrerranno nel lungo viaggio che li separa da casa.
La presenza di questo specifico cast di personaggi influenza inevitabilmente il gameplay, aggiornando e rifinendo quanto già visto in passato. Donkey avrà a sua disposizione due cuori per ogni vita, che perderà in caso dovesse essere colpito da un nemico (pinguini, gufi, uccelli) o toccasse spine e simili. In suo soccorso ci saranno però dei barili, posizionati in specifiche zone di ogni livello, che conterranno uno degli amici di Donkey: i già citati Diddy, Dixie e Kranky. Questi personaggi non solo conferiranno due cuori extra al nostro personaggio, ma influenzeranno anche i suoi goffi movimenti. Ogni personaggio gli permetterà di rotolare per più tempo e gli darà un’abilità speciale. Diddy, come nei precedenti capitoli, permetterà a Donkey di planare dopo un salto. Dixie non solo gli permetterà di planare, ma anche di arrivare leggermente più in alto. Kranky invece, grazie al suo bastone, potrà far rimbalzare Donkey anche su zone dove altrimenti subirebbe danni, come le già citate spine.
Altra novità sarà la possibilità di immergersi e nuotrare sott’acqua, creando un gameplay leggermente differente ma che riesce a mantenere la freneticità e il ritmo della normale azione. Tornano inoltre i “mezzi”, come il carrello da miniera o il rinoceronte Rambi. A causa della grande varietà di opzioni che possono influenzare le nostre partite, stupisce come Retro Studios riesca ad utilizzare un level design che non solo differenzia enormemente un livello dall’altro, ma permette anche di sfruttare a pieno la precisione dei comandi.
Dal punto di vista tecnico, Donkey Kong Country Tropical Freeze gira a 720p e 60fps, godendo quindi sempre di totale fluidità e riuscendo a non far rimpiangere il full hd. Infatti, stupisce come alcuni dettagli risaltino sul generale, innalzando quindi la qualità media del tutto. Ne è un esempio la pelliccia di Donkey Kong, che nelle sequenze in cui la telecamera è vicina al protagonista, mostra ogni pelo della scimmia muoversi creando un effetto complessivo molto convincente, simile a quanto visto nel lungometraggio Pixar Monsters & Co. sul personaggio di Sulley. Del resto neanche le ambientazioni sfigurano in questa produzione, mostrandosi coerenti con i personaggi che contengono e restando sempre coloratissime e gradevoli da vedere.
Non ci troviamo comunque di fronte ad un titolo esente da difetti. Per cominciare poremmo considerare i caricamenti, decisamente troppo lunghi (si parla di tempi che vanno dai 30 secondi al minuto) e neanche interattivi, mostrando infatti nient’altro che delle nuvole che si muovono verso la telecamera, fino a scomparire lasciando spazio alla mappa, o livello. Altro grosso difetto è data dalla totale inutilità dello schermo del Gamepad. Superato infatti lo schermo del titolo, il Gamepad diventerà “nero”, adottando quindi la funzione di un joypad “standard”.
Buona invece la longevità. Le sei isole che compongono l’avventura presentano numerosi livelli, molti dei quali saranno accessibili solo per mezzo di portali segreti nascosti accuratamente nei livelli. È encomiabile l’accuratezza con cui i Retro abbiano nascosto attentamente gli sbloccabili all’interno dei livelli. Tra questi troviamo le lettere K O N G, generalmente non troppo ostiche da collezionare, e anche i pezzi di puzzle, questi decisamente difficili da prendere. Non mancheranno altri sbloccabili, come i pupazzetti che saranno ottenibili in vari modi. Il tutto, unito alla generale difficoltà dei livelli, tenderà ad aumentare la longevità complessiva del titolo. Non sarà raro quindi dover ripetere un livello più e più volte, cadendo in meccaniche molto simili al “Trial & Error” (in particolare nelle lunghe Boss Fight), che però non si riveleranno frustranti grazie alla possibilità di guadagnare facilmente molte vite in ogni livello.