Dopo aver creato Left 4 Dead i ragazzi di Turtle Rock Studios hanno deciso di puntare ancora all’innovazione nel mondo degli FPS online. Una sfida senza dubbio difficile, specialmente al giorno d’oggi, che tuttavia non ha impensierito gli sviluppatori. Vediamo se questo coraggio di lanciare una nuova IP vale la pena di essere premiato, analizzando il titolo nella sua interezza.
Evoluzione, ma non troppo
Una volta inserito il disco, installato il gioco ed esserci cimentati nel completo tutorial, sia come mostro che come umano, ci viene data la possibilità di partire con le varie modalità di gioco. Quella che salta subito all’occhio e la modalità single player che, nonostante il cuore multiplayer del gioco, ci permette di cimentarci con i vari tipi di gioco in maniera solitaria. Non è propriamente esaltante, e viene a noia dopo poche ore, anche se gli sviluppatori hanno messo un sistema di combinazioni che riesce ad allungare il brodo in maniera discreta. Ogni missione avrà degli elementi che in caso di successo ci permetteranno di modificare un dettaglio della missione successiva, mentre se falliremo rappresenteranno un ostacolo nel successivo schema. Per esempio: se distruggono una centrale nucleare nella prima missione, nella seconda ci troveremo ad avere a che fare con delle nubi tossiche causate da questo evento. In fase di presentazione vengono annunciate fino a 800mila differenti combinazioni dello svolgimento della campagna, anche se il succo (gameplay) non cambia. È piacevole comunque constatare che i ragazzi si siano messi d’impegno per il single player, anche se sconsigliamo di acquistare il gioco per questa modalità.
La caccia è aperta
Appena ci addentriamo nella modalità online, ci sarà chiesto di scegliere da che parte schierarci: cacciatore o mostro. Tra i cacciatori abbiamo classi abbastanza classiche, come Assalto, Medico, Supporto e Trapper (quest’ultima dedicata a creare una gabbia per contenere il mostro). Per quanto riguarda i mostri invece ci troviamo di fronte a tre scelte differenti, ognuna con la sua particolare abilità, che ci permetterà di scegliere in base al nostro stile di gioco.
Una volta che verremo paracadutati (letteralmente) nella mappa, ci accorgeremo subito delle generose dimensioni del gioco, che ci permetteranno di approcciare diverse tattiche sfruttando gli spazi aperti, ma anche i cunicoli e le grotte. Dovremo fare attenzione alla flora e alla fauna locale, che nella maggior parte rappresenteranno una minaccia, sia che giochiamo da mostri che da cacciatori.
Le varie modalità ci vedranno impegnati in una caccia pura e semplice, piuttosto che ad obbiettivi, in cui l’uccisione del mostro (o degli umani) non sarà prioritaria. Chiaramente anche in mappe con obiettivi primari diversi, l’uccisione degli avversari comporterà l’immediata vittoria, anche se perderemo l’occasione di guadagnare qualche punto esperienza in più. La cooperazione è fondamentale, visto che un mostro controllato dall’IA non è una minaccia, ma controllato da un altro giocatore è incredibilmente pericoloso. Possiamo unirci in partite con giocatori di tutto il mondo, anche se il gioco ci spinge verso la cooperazione più totale, quindi su le cuffie e via.
I’am the monster
Il mio più grande dubbio riguardo ad Evolve è stato: “Ma un solo mostro non verrà schiacciato da quattro cacciatori?”. La risposta è: assolutamente no. L’equilibrio nell’utilizzo del mostro è molto ben studiato, e questo lo si capisce già dal tutorial apposito.
Il mostro comincia con il primo stadio evolutivo, e necessiterà di cibo per potenziarsi ed evolversi. Avrà a disposizione una vasta pletora di attacchi, sia da distanza che ravvicinati, che ci permetteranno di approcciarci agli avversari con diverse strategie. Tentare di battere i cacciatori al primo stadio evolutivo è molto difficile e richiede una buona tattica, quindi è sempre consigliato utilizzare le meccaniche stealth di cui la bestia scelta dispone. Come succede anche con i cacciatori, bisognerà stare attenti alla fauna e alla flora della mappa. Le altre bestie saranno sì il nostro cibo, ma ci saranno anche animali più pericolosi che ci attaccheranno e altri che segnaleranno la nostra posizione.
Nutrirci non servirà solo ad evolverci, ma servirà anche a ricaricare lo scudo di cui ogni mostro è dotato. Perdere lo scudo non è un problema, visto che potremo rigenerarlo. Perdere punti vita invece sì, visto che quelli sono irrecuperabili.
Un successo solo a metà
Evolve riesce a dare una grossa ventata d’aria fresca al genere e questo è innegabile, ma soffre di molte piccole problematiche che lo rendono un gioco completo solo a metà.
In primis dobbiamo segnalare che se vi state lanciando nell’avventura da soli, senza una compagnia di amici affiatati, la curva d’apprendimento sarà molto ripida e tutta in salita. Potete sempre giocare con il mostro, questo è vero, ma si tratta solo di metà del divertimento che il gioco può offrire. Giocare come cacciatori senza una squadra ben organizzata sarà stupido, inefficace e frustrante. Quindi se non avete gente con cui giocarci meditate bene prima dell’acquisto, anche se al giorno d’oggi tra forum e gruppi trovare qualcuno con cui organizzarsi non sarà di certo impossibile, ma questo richiede più dedizione di quanto il titolo ne lasci trasparire.
In secondo luogo, ben più grave, ci sono i contenuti. Poco ma buono è una filosofia che si sposa molto male nel mondo del videogame odierno, specialmente in titolo online. Solo al lancio, fuori dal season pass che già costa sulla trentina di euro, troverete più di un centinaio di euro di contenuti acquistabili separatamente. Non una buona mossa, visto che il gioco non è free to play, ma è un gioco venduto a prezzo pieno. L’utenza potrebbe non digerire molto bene una partenza così “coraggiosa” per non dire altro.
Un mostro di tecnica? Quasi.
Dal punto di vista tecnico il gioco di Turtle Rock Studios si rivela molto ben realizzato. I ragazzi sono dei maestri nel netcode, e lo danno a vedere con un sistema molto stabile e funzionante, che di rado cede alla pena del lag. Purtroppo i problemi nascono durante lo svolgimento dei matchmaking, che si ricollega al grosso difetto (pregio per alcuni) del gioco, spesso e volentieri infruttuosi. Quando un giocatore non viene trovato, viene sostituito da un bot, che permette l’avvio della campagna, mandando però in malora tutte le eventuali e necessarie tattiche che il gioco stesso spinge ad utilizzare.
Gli sviluppatori sono riusciti ad utilizzare molto bene la potenza e la versatilità del CryEngine 3, che regala ottimi scorci, dovuti anche ad un comparto artistico azzeccato, con ottimi effetti di luce e anche particellari. La fluidità si mantiene solida anche durante le fasi più concitate, dipingendo un quadro generale ottimo, almeno sotto questo punto di vista. Ci sono delle perplessità nel motore fisico, specialmente quando si viene sobbalzati via dal mostro o in casi di arrampicate, che sono un pugno in un occhio se paragonate alle ottime animazioni.
Non è presente la musica in game, cosa abbastanza concepibile, visto lo stato di caccia che il gioco ci vuole trasmettere sia dalla parte del mostro che dei cacciatori. Il doppiaggio italiano svolge molto bene il suo lavoro, anche se non è che ci siano poi queste grandi chiacchierate. Gli effetti legati alla fauna sono più che convincenti.