Nel ventennale dell’uscita di Pokémon Rosso e Verde in Giappone, e nell’anno di uscita di Pokémon Go (che deve una buona fetta del suo successo al fattore nostalgia), Nintendo decide di rivoluzionare totalmente la formula che da due decenni caratterizza i titoli della serie principale di Pokémon.
Con Pokémon Sole e Luna, infatti, Game Freak non solo introduce la settima generazione (che con le nuove 80 creature porta il Pokédex ad un totale di 801 Pokémon), ma sostituisce alcuni capisaldi dell’avventura riuscendo, per la prima volta, a farci vivere un’esperienza veramente nuova.
Benenuti ad Alola
La nuova regione introdotta in Pokémon Sole e Luna, Alola, è la più grande mai vista in un gioco Pokémon. Composta di ben quattro isole (più una artificiale), Alola differisce dalle precedenti regioni per la mancanza di palestre, medaglie e rispettivi capipalestra. Per questo motivo, i giovani allenatori di Alola partono per il Giro delle Isole, un’avventura assimilabile alla classica conquista delle medaglie, nel quale gli allenatori devono superare le prove dei Capitani di ciascun’isola, per poi affrontare il Kahuna dell’isola, la figura che più si avvicina ad un classico capopalestra.
Ma se i Kahuna vanno affrontati normalmente in una classica lotta Pokémon, le prove dei Kahuna possono variare dal rispondere a delle domande, allo scattare foto a Pokémon di tipo Spettro in un supermercato abbandonato. Ogni prova si conclude con la sfida del Pokémon Dominante, un pokémon più forte degli altri che non solo parte con un boost di statistiche, ma ha anche la possibilità di chiamare rinforzi, costringendo l’allenatore ad una lotta 1vs2. L’introduzione dei Pokémon Dominanti è stata una mossa molto intelligente da parte di Game Freak, che indroduce il concetto di veri e propri “mini-boss” all’interno del mondo Pokémon. Ogni Capitano e Kahuna ci consegnerà un Cristallo Z, che assegnato ad un pokémon permetterà di utilizzare una Mossa Z, un boost del potere base di una mossa che in questa generazione rivoluzionerà il battling competitivo.
Pokémon Sole e Luna, però, non hanno mandato in pensione solamente le palestre, ma anche le MN. Per risolvere gli enigmi ambientali, nuotare e volare è stato introdotto il Poképassaggio, che ci permette di chiamare un Pokémon con una specifica funzione in nostro soccorso (ad esempio avremo Charizard per volare, Lapras per usare Surf, ecc).
Ma Game Freak non ha dimenticato il passato: più volte nel gioco viene nominata la regione di Kanto (così come vengono nominate anche tutte le altre regioni, seppur più raramente), e un grande omaggio è stato fatto proprio alla prima generazione: le Forme Alola. Alcuni tra i 151 Pokémon originali sono infatti presenti nel territorio di Alola con una forma diversa (abbiamo ad esempio Vulpix di tipo Ghiaccio o Exeggcutor di tipo Drago).
Il fulcro della trama di Pokémon Sole e Luna si concentra sulla Fondazione Aether, un gruppo di scienziati con l’obiettivo di aprire un varco verso l’Ultramondo, una dimensione parallela popolata dalle Ultracreature, esseri simili a Pokémon che sembrano essere una vera e propria minaccia per Alola. L’avventura è intervallata da numerose sequenze cinematiche, nelle quali si comincia finalmente ad intravedere accenni di regia, anche se sarebbe stato interessante guardarle in 3D stereoscopico (meccanica praticamente assente dal gioco). È interessante che la trama non venga chiusa dalla fine del gioco principale, ma continui nell’end game, un po’ come succedeva con l’Episodio Delta di Pokémon Rubino Omega e Zaffiro Alfa. La differenza è che questa volta le nuove missioni saranno più di una, e faranno lievitare la longevità del gioco che già con la sola avventura principale si attesta intorno alle 20 ore (una vera e propria mosca bianca all’interno dell’odierno panorama videoludico).
Dal punto di vista tecnico, sicuramente il salto qualitativo non è minimamente paragonabile a quello visto tra quinta e sesta generazione (per chiarirci, dal passaggio da DS a 3DS), ma si segnalano comunque alcune novità. Ad esempio, nell’overworld di gioco la visuale è stata di molto rimaneggiata, portando la telecamera alle spalle del giocatore e rendendo strade e palazzi molto più proporzionati. Gli allenatori incontrati nei percorsi non sono più immobili aspettando di incrociare il nostro sguardo, ma sono finalmente animati e alcuni di essi si muovono anche per la mappa. Nelle lotte, ad eccezione dell’HUD abbiamo praticamente una copia identica di quanto visto in X, Y, Rubino Omega e Zaffiro Alfa. Nelle lotte multiple è stato fatto addirittura un passo indietro, in quanto si verificano vistosi cali di framerate (su New Nintendo 3DS fortunatamente è stata messa una pezza, e non si verificano problemi di sorta). Stessa cosa per quanto riguarda la modalità Foto del Rotomdex (il nuovo modello di Pokédex, che ospita un esemplare di Rotom), che permette di scattare foto a Pokémon in determinati punti di Alola. Nota di merito per l’introduzione della mappa nello schermo inferiore, con tanto di segnalino per l’obiettivo primario. Questa si rivela molto utile soprattutto se si cerca di fare le missioni secondarie (come catturare uno specifico Pokémon da mostrare ad un allenatore), rischiando di perdere di vista l’obiettivo dell’avventura principale. Però. nonostante la mappa di Alola sia molto più grande ed “open world” rispetto ai precedenti capitoli, durante l’avventura il giocatore sarà costantemente accompagnato per mano al suo obiettivo, vedendosi sempre bloccato l’accesso a nuove aree fino a tempo debito. E questo è in controsenso non solo con l’introduzione del segnalino per l’obiettivo prima citato, ma anche con il livello di difficoltà aumentato rispetto ai precedenti capitoli. Alcune battaglie infatti si riveleranno impegnative da subito, per poi diventare veramente toste sul finale (e nell’endgame).
Breve nota sulla modalità online, rappresentata dal Festiplaza, uno snodo con alcune attività per i giocatori connessi, ma che sostanzialmente serve da punto di accesso alle lotte online e agli scambi, rendendo tutto il comparto online più intuitivo e agevole.