Recensione Call of Duty: Black Ops 2
Giudicare e recensire un nuovo episodio della serie Call of Duty si è rivelato facile e al contempo difficile. Non avevamo alcuna aspettativa a riguardo, anche perchè la serie Activision (ormai a cadenza annuale) da molti lustri non brilla più sotto tanti aspetti.
Sarà riuscita Treyarch con questo nuovo episodio della serie Black Ops a dar nuova vitalità ad un brand ormai in declino? Scopritelo con noi!
Trama
Gli eventi narrati in Call of Duty: Black Ops II si sviluppano su due trame strettamente collegate: una ambientata tra la fine del 1970 e l’inizio del 1980 e l’altra nel 2025 . Il nostro principale nemico sarà la Repubblica Popolare Cinese, che dopo aver imposto un blocco sulle esportazioni delle terre rare (materiale indispensabile per la fabbricazione di svariati prodotti tecnologici) di cui è il più grande produttore ed esportatore, ha messo in ginocchio l’industria statunitense. Vedremo il ritorno di Alex Mason nella prima guerra fredda, e successivamente nel presente del figlio David alle prese con la seconda guerra fredda. Grandi ritorni di personaggi apparentemente morti nel primo episodio vi aspetteranno a fucili spianati. Il nome Frank Woods vi dice niente?
A livello di trama siamo su dei livelli solo sufficienti: entrambe le campagne si fondono con dei flashback perfettamente integrati. Però, ciò che ancora non convince è il coinvolgimento in questo miscuglio di scene hollywoodiane ad alto tasso adrenalinico. E’ come assistere ad un susseguirsi di eventi su binari con personaggi dal dubbio carisma e un vuoto strutturale ormai consolidato. Non bastano i 6 finali alternativi legati agli elementi tattico-strategici tenuti in battaglia,e non basta la ritrovata (anche se apparente) profondità e maturità della trama (piena inoltre di incongruenze nel passaggio tra i due Mason).
Gameplay
Alla vista dei mezzi futuristici ci siamo sfregati le mani, immaginando l’eventuale potenziale di quest’ultimi nelle scelte del gameplay, ma siamo stati smentiti miseramente. Gli automi (utilizzabili SOLO in determinate sezioni di gioco) sono comandabili a distanza. Tra i gadget disponibili troveremo poi delle tute alari, dei congegni per l’invisibilità e tanti altri oggetti che scoprirete nel corso dell’avventura. E questo parlando degli avvenimenti del presente. Per quanto riguarda ” il passato” avremo le classiche armi già utilizzate in passato e qualche new entry. Le modifiche al gameplay non hanno visto un rinnovamento totale o un significativo upgrade. Potremmo scegliere diversi tipi di approccio in una determinata missione e magari rieffettuare la stessa (solo dopo aver finito il gioco e sbloccata la relativa possibilità di rewind) cambiando e provandone degli altri. Nonostante tutto però, non si è mai effettivamente spinti a farlo. Il gioco abbonda dunque di una rigiocabilità generale molto bassa.
Da questa possibilità (se si sceglie di effettuare tali rewind) si otterrà comunque un buon numero di ore aggiuntive alla già bassa longevità generale del single player di 8/9 ore (a difficoltà media, ovviamente).
Ciò che da sempre contraddistingue un COD è proprio il comparto multiplayer.
Negli anni precedenti si assisteva costantemente ad una corsa alla “kill più veloce”, mentre quest’anno Treyarch ha scelto di evolvere il tutto e portarlo verso lidi più sostanziosi e ragionati.
Sono state eliminate le killstreak in favore di bonus ottenuti sommando non solo le uccisioni ma anche gli assist ed il completamento di obiettivi principali e secondari in linea con la modalità scelta. Quindi per sbloccare i vari bonus bisognerà essere completamente partecipi ad ogni singola azione da svolgere in una mappa. Questo rende l’esperienza più appagante e bilanciata rispetto al passato.
I bonus spaziano dal disturbo radar o a casse contenenti bonus, oppure torrette automatiche, elicotteri, Vtol ed anche gli spettacolari cani K9. I bonus per gli score streak sono poi quelli in grado di ribaltare le sorti di una partita. Il loro utilizzo risulta utile a seconda della modalità a cui si sta partecipando, garantendo quindi una sorta di strategia continua da confrontare con l’avversario e la situazione in corso. Avremo una nuova struttura senza classi nel multiplayer, il giocatore avrà infatti a disposizione dieci slot di equipaggiamento da collocare a proprio piacimento in maniera assolutamente libera.
Le mappe finalmente risultano essere più grandi rispetto al passato (ma dimenticatevi le dimensioni di quelle presenti in Battlefield 3) sviluppate sia in verticale che in orizzontale. Questo ovviamente non snatura l’essenza “veloce” dei combattimenti, ma anzi integra tante possibilità logiche e ragionate nell’approccio con ogni singola mappa. I cecchini avranno di che rallegrarsi. Il sistema di ranking internazionale attraverso partite classificate online permetterà poi avvincenti sfide competitive.
Torna anche in questo capitolo la modalità zombie , in una veste quasi completamente rinnovata. Se in passato è stata presentata come una semplice modalità aggiuntiva , quest’anno ci ritroviamo di fronte ad un’opera niente male, caratterizzata dalla nuova opzione Tranzit (che ci permetterà di muoverci all’interno di un percorso circolare a bordo di un bus guidato da un drone, passando da una location all’altra in totale sicurezza). Tutto è fantastico in questa modalità perchè avremo a disposizione un livello di difficoltà consistente e un approccio più ragionato rispetto a tutto il gioco.
Purtroppo però le poche mappe a disposizione, l’assenza dello Zombie Arcade (presente nel primo BO) e la palese struttura a DLC che da qui a breve integrerà questa modalità, deludono nuovamente rendendo il pacchetto COD BO II incompleto e lacunoso sotto tanti aspetti.
Grafica e Sonoro
Avremo benissimamente evitato informazioni riguardanti il comparto grafico, visto che il motore è sempre il medesimo utilizzato per MW3. Non sono bastati nuovi shader, texture leggermente più definite e nuovi effetti luce e particellari a dar consistenza al titolo. Sono molto buoni indubbiamente, ma a livelli molto molto lontani dalle ultime produzioni. Le animazioni sono assolutamente mediocri, cosi come i movimenti di scalata e corsa. Per non parlare poi dei modelli poligonali, poco curati e non sempre naturali.
L’intelligenza artificiale risulta essere lacunosa . Ai livelli più alti di difficoltà si nota un maggiore volume di danni inflitti dagli avversari, e una mira lodevole. Ma in quanto a reattività naturale ed intelligenza siamo davvero sul ridicolo.
Stesso discorso non si può dire per l’IA del comparto multiplayer, in grado di preparare azioni offensive spettacolari e assolutamente superiori rispetto al comparto single player.
La colonna sonora e gli effetti di contorno si assestano su livelli assolutamente impeccabili. Peccato che il resto della produzione superi di poco la sufficenza.
Conclusione
Se aspettavate la rivoluzione in casa Call of Duty, vi siete (nuovamente) sbagliati di grosso.
Siamo di fronte ad un prodotto che affanna, ad una produzione che ormai sente realmente il bisogno di svecchiarsi ma non ha il coraggio di farlo. Idee molto interessanti sprecate dalla poca voglia di innovazione, trama buona ma comparto tecnico obsoleto, IA altalenante e ottima solo nel multiplayer. Modalità aggiuntive azzoppate dal bisogno di DLC. Nonostante questo, vedremo un nuovo COD l’anno prossimo. E questo perchè, nonostante non sia un titolo innovativo ma solo discreto, vende puntualmente come il pane.
Il solo comparto online non basta per risollevare le sorti di Call of Dury Black Ops II.
Ci sono in giro FPS degni di questo nome. COD non lo è più!