Recensione Beyond: Due Anime

Negli ultimi tempi (e sopratutto negli ultimi anni) il mercato videoludico è cresciuto in maniera esponenziale.
L’innovazione a cui il progresso tecnologico ha portato, è stata proficua e assolutamente spettacolare sotto ogni aspetto. Arrivati però all’apice di tutto questo, come spesso accade, si ha un piccolo periodo stagnante.
Tutto questo è ormai divenuto lampante e chiaro da un paio di anni a questa parte con l’ingresso nella scena di remake di vecchie glorie, rimasterizzazioni in HD, e sequel a non finire.
Sono davvero pochi i brand e le software house che si “azzardano” ad innovare.
Già, perchè se da un lato molto spesso i videogiocatori invocano a gran voce maggiore innovazione nei titoli che si ritrovano a giocare, molto spesso gli stessi sono molto restii a provare e/o assaporare quella stessa innovazione che rende poi rivoluzionario un videogame.
Nonostante reboot venuti male, altri riusciti benissimo e nuovi brand mediocri, c’è una software house che dell’innovazione ha fatto da sempre il suo vessillo.
Massacrata ed elogiata contemporaneamente da critica e pubblico, Quantic Dream è riuscita ad ogni colpo a far parlare di sè.
Posizionare i suoi titoli in un panorama cosi vasto come il mondo videoludico non è molto facile. Cosi come non lo è con titoli come Ico e Shadow Of the Colossus. Cosi lontani da quelli che sono gli stereotipi ordinari da essere considerati esperienze a sè stanti.
Ecco, quando parliamo di questo genere di giochi parliamo di vere esperienze videoludiche/emozionali.
Ovviamente questo non fa eccezione per il nuovo titolo dei Quantic Dream, ovvero Beyond: Due anime (Two Souls in inglese).
Con Fahrenheit e Heavy Rain alle spalle, il peso che questo nuovo titolo portava con sè non era indifferente. La formula precedente risultava vincente, ma saranno riusciti i ragazzi di Quantic Dream a elevarsi ancora più in alto di quanto fecero con Heavy Rain? Scopriamolo insieme.

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La trama è uno degli elementi che, proprio per la natura del gioco, non possiamo svelarvi più di tanto.
Essa è infatti composta da un plot complesso e articolato, ma raccontato in fasi temporali sempre diverse e ben collegate tra loro. Sarete voi infatti a mettere ogni tassello al proprio posto, scoprendo poco a poco tutto il filo logico della vicenda. A conti fatti vi è dato sapere che avrete il comando di una ragazzina, Jodie Holmes, e dell’entità soprannaturale a lei legata chiamata Hayden. La prima scena è quella ormai vista e rivista nei trailer, praticamente quella con il polizziotto che “interroga” una Jodie praticamente muta. Poco dopo all’interno della centrale arriverà una squadra di forze speciali che tenterà di catturare la ragazza, senza riuscirci. E con un esito a dir poco distruttivo.
Le scene che ci troveremo a giocare sono di due tipi: narrative e d’azione.
In quelle narrative saremo chiamati ad esplorare ambienti, interagire con essi e parlare con diverse persone. Tutto questo condito da una dose considerevole di immersioni nel paranormale. A seconda delle scelte fatte durante queste fasi, avremo scene leggermente differenti. Tutto dipenderà dal vostro approccio con la situazione in corso.
Per quanto riguarda quelle d’azione invece sono quanto di più veloce e frenetico ci si possa attendere. Scazzottate, schivate, azioni da compiere in maniera istintiva, sezioni stealth . Insomma, un tripudio emotivo.

Perchè emotivo? Perchè non ci sarà più alcun indicatore a schermo durante gli scontri, massimizzando cosi quella che è l’esperienza pura. Basterà muovere lo stick destro in direzione dell’attacco, previo breve bullet time, per poterlo portare a compimento. Ovviamente non saremo penalizzati per qualche errore. Al contrario, se ne dovessero esserci di molti, al massimo la sequenza cambierà, prendendo una strada alternativa.

Il resto dei controlli, comunque, sono simili a quelli dei due titoli precedenti made in Quantic Dream (anche se snelliti di molto).
I punti dove potremo interagire sono segnalati da dei pallini bianci, e per attivarli basterà premere lo stick nella loro direzione.
La rivoluzione tangibile che questo Beyond: Due anime porta con sè è proprio l’interazione con con l’entità Hayden. Legata alla ragazza da un filo invisibile essa può vagare negli ambienti, vedere attraverso i muri, compiere azioni distruttive o meno su oggetti e persone.
Si potrà interagire, quando si passa al controllo di Hayden con il tasto triangolo, con dei punti blu, segnalati a schermo di fianco alle possibili azioni che l’entità potrà effettuare.
Questo vuol dire che potremo spingere, uccidere, rompere, leggere nella mente e persino “possedere” alcuni personaggi.
È ovvio che tutto ciò che è possibile fare è già prestabilito ai fini della trama. Quindi non potrete uccidere/possedere chiunque. Ci sarà data la scelta se eseguire o meno un’azione in un determinato modo. Prendendo così atto delle conseguenze che ne verranno.
Immancabili i Quick Time Events, ormai un must nelle produzioni di Quantic Dreams. Inoltre è possibile controllare il gioco sia con il pad PS3 che con qualsiasi dispositivo touch in Wi-fi tramite un’applicazione. Inoltre è possibile persino l’avventura in una sorta di cooperativa castrata. Nel senso che un giocatore controlla Jodie, mentre l’altro Hayden; il tutto però non potrà essere fatto in simultanea: ci sarà sempre da stabilire chi entra in azione e quando. Questo rende di fatto la simil-cooperativa una modalità inutile.

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A differenza dei titoli precedenti, in Beyond l’effetto delle scelte, l’andazzo delle dinamiche e tutto ciò che riguarda la trama, risulta essere maggiormente curato.
Sentiremo il peso delle nostre azioni costantemente. Inoltre nelle fasi finali del gioco, le stesse scelte eseguite ci porteranno a visualizzare uno dei 5 finali presenti. Tutti molto diversi tra di loro.
Per portare a termine l’avventura si impiegano circa 11 ore. Ma il gioco concede la possibilità di rivivere i diversi capitoli senza dover ripercorrere l’intero cammino di Jodie. Permettendo così di sbloccare e vedere le diverse dinamiche degli eventi, a seconda delle scelte intraprese ovviamente. Inoltre la longevità è supportata dalla presenza degli sbloccabili, presenti nei vari livelli e ottenibili da Hayden in determinate situazioni.

Graficamente parlando, il team ha svolto un lavoro che si riteneva quasi impossibile per l’attuale generazione. Il nuovo motore grafico impiegato dai Quantic Dream muove tutto con una fluidità eccelsa. Per non parlare del motion capture utilizzato. Le tecnologie avanzate in possesso del team di sviluppo (le stesse utilizzate in Avatar), hanno permesso delle animazioni molto vicine alla realtà. Così come anche la recitazione di Ellen Page e Willem Dafoe, impeccabili nel mondo reale  cosi come  nel mondo videoludico. Ogni emozione, ogni singolo momento di suspence arriverà al videogiocatore in maniera assolutamente piena. Coinvolgendolo al 100%, cosi come se stesse guardando un film. Questo ovviamente non si ferma solo a loro due. Ogni ripresa effettuata con la tecnica sopra citata emana qualità da ogni poro, o meglio, da ogni poligono. Non abbiamo paura ad affermare che è questo il punto di partenza per le prossime produzioni videoludiche. Quando cinema e videogames si incontrano, possono infrangere il confine labile che li divide. A patto che questo sia svolto in modo qualitativamente eccelso, e che si abbiano i mezzi  giusti, guidati da tanta creatività.

Per finire, ogni poligono che vedremo sarà  curato in maniera certosina, così come le  ambientazioni. Tutte evocative e straordinarie. In poche parole, Beyond: Due Anime spreme PS3 sino all’inveromisile. Gli effetti di luce ed ombra, gli effetti particellari, del fuoco, tutto si muove sinuosamente e in maniera egregia.
Le uniche pecche in questo comparto sono la modellazione a volte non proprio perfetta dei volti dei personaggi, e le loro espressioni. In questa generazione solo La Noire e The Last of Us hanno fatto  meglio.

Il comparto sonoro presenta una soundtrack d’impatto. Emozionante, stupenda e adatta ad ogni contesto. Capace di caricare perfettamente lo spettatore di qualsiasi emozione voglia essa comunicare. L’effetistica ambientale, inoltre, presenta un’accurato mixaggio, cosi come il doppiaggio interamente in italiano. Ottimo sotto il profilo interpretativo e della sincronizzazzione con il labiale.