La scorsa generazione videoludica ci ha regalato alcune serie destinate ad entrare nell’olimpo del mondo dei videogiochi. Tra queste, sicuramente figura quella composta da Bioshock (uscito nel 2007), e i suoi seguiti Bioshock 2 (2010) e Bioshock Infinite (2013). E in un’epoca di remaster, sarebbe effettivamente stato poco intelligente per 2K Games e Irrational Games evitare di aggiornare tre dei loro pezzi da novanta. Nasce così Bioshock: The Collection, raccolta dei tre Bioshock in versione riveduta e corretta per PS4, Xbox One e PC.
È quasi superfluo spendersi a descrivere la magnificenza dell’universo creato da Ken Levine, quindi non ci gireremo intorno: i tre titoli in questione sono spettacolari. Dalle atmosfere ai personaggi, passando per gli scenari e la narrazione, ci troviamo al top in quasi tutti i fattori che rendono un videogioco un capolavoro. Ma in caso abbiate vissuto in una grotta (o sarebbe meglio dire in una città sottomarina?) negli ultimi dieci anni e siate totalmente all’oscuro circa questa serie, vi basti sapere che si tratta di tre FPS con elementi RPG in cui la narrazione è il cardine della campagna.
Il primo Bioshock e il suo sequel Bioshock 2 sono ambientati a Rapture, una città sottomarina, simbolo dell’esasperazione del capitalismo, in cui i cittadini più intelligenti sono liberi di sperimentare nell’ambito scientifico senza sottostare alle regole imposte da etica e religione. Bioshock Infinite, invece, è ambientato nella città volante di Columbia, che rappresenta quasi un’antitesi di Rapture per quanto riguarda la sua popolazione e la sua atmosfera, molto più solare e meno claustrofobica, ma ugualmente inquietante.
Ma basta soffermarci sul contenuto dei giochi. Ciò che ci interessa di Bioshock: The Collection è la qualità della rimasterizzazione proposta. Dal punto di vista dei contenuti, possiamo ritenerci soddisfatti: la Collection comprende infatti tutti i DLC usciti per ciascun titolo (ovvero le Challenge Room per Bioshock; Minerva’s Den e le Prove del protettore per Bioshock 2; e Scontro tra le nuvole e Sepoltura in mare per quanto riguarda Bioshock Infinite). Solo per il primo Bioshock sono inoltre presenti degli esclusivi commenti degli sviluppatori, sbloccabili attraverso numerose bobine dorate da raccogliere nell’avventura, e il Museo, che raccoglie tutti i concept e i bozzetti scartati durante lo sviluppo del gioco, contenuti veramente interessanti per gli appassionati e che sfortunatamente sono riferiti solo al primo capitolo della serie.
Per Bioshock 2 e Infinite, quindi, dobbiamo accontentarci della rimasterizzazione grafica e dei DLC. Ma com’è questa rimasterizzazione grafica? Avviando per la prima volta Bioshock: The Collection, e partendo dal primo capitolo, il miglioramento grafico è lampante: le texture sono molto più curate, l’HUD è più ordinato, la luce sugli scenari sembra molto migliore e il fondale marino è molto più vivo. La risoluzione (per tutti e tre i titoli in questione) è 1080p, mentre il framerate è abbastanza costante. Secondo gli Blind Squirrel Games, che si sono occupati della collection, il framerate dovrebbe avere picchi fino a 60 fps, ma in rari casi abbiamo notato un calo anche al di sotto dei 30. Ad ogni modo, niente di scandaloso.
Se il primo Bioshock esce completamente rinnovato dal processo di rimasterizzazione, su Bioshock 2 e Infinite i miglioramenti sono più difficili da scorgere. Molte texture sono decisamente migliori e l’impatto visivo è sicuramente più pulito e definito, ma in alcuni momenti ci è sembrato che la cura riservata a Bioshock 2 e Infinite non sia stata la stessa dedicata al primo capitolo.
Dispiace un po’, inoltre, che sia stata eliminata la modalità multiplayer di Bioshock 2, anche se non ci si può affatto lamentare della quantità dei contenuti e della longevità della collection.
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