Emozioni, gol e tanta adrenalina. Ho sempre ritenuto questi 3 elementi come gli ingredienti fondamentali in grado di distinguere un titolo di successo da un flop senza precedenti. È vero, con gli anni i consumatori sono diventati sempre più esigenti: sono subentrati altri parametri valutativi, più tecnici, come l’accuratezza grafica, la fluidità di manovra, un multiplayer affidabile e perché no la possibilità di acquistare estensioni e componenti aggiuntive per migliorare la propria esperienza di gioco. Aspetto, quest’ultimo, sempre più al centro delle strategie commerciali delle varie case produttrici. Sarò un inguaribile romantico, è vero, ma sono dell’idea che uno spettacolo per valere il prezzo del biglietto o in questo caso del dischetto deve trasmettere “quel qualcosa in più” non suscettibile di valutazioni tecniche e non calcolabile in pixel o frame. EA Sports sembrerebbe aver recepito il messaggio e, approfittando del periodo di transizione inaugurato con lo sbarco sulle console next-gen, si presenta ai nastri di partenza con un prodotto del tutto rinnovato o, se mi è concesso il termine, rivoluzionato: FIFA 17.

Apparentemente l’ultimo capitolo del noto franchise calcistico ci accoglie come in passato: menu intuitivo, grande spazio dedicato agli incontri “live” con possibilità, oltre a poter simulare il match di cartello della giornata di campionato, di ottenere informazioni utili relative alla propria squadra del cuore come ad esempio dichiarazioni dei protagonisti, bollettino medico e probabili formazioni.

 

Presenti le classiche modalità: partita veloce, campionato (Pro Club online compreso), tornei personalizzati e carriera, quest’ultima giocabile sia nelle vesti di allenatore sia in squadra ed impreziosita, quest’anno, da due nuove opzioni: ritiro precampionato e allenamenti focalizzati su ogni singolo reparto. Sempre presente la modalità “FIFA Ultimate Team”, ormai elemento imprescindibile per la casa nordamericana, all’interno della quale ogni giocatore potrà costruire la propria squadra dei sogni attraverso lo “spacchettamento” di figurine (celebri soprattutto grazie a Youtube) acquistabili sia con i crediti guadagnati durante il gioco che con carta di credito. Lo scopo è semplice: affrontare più sfide possibili (sia online che offline) per dimostrare al mondo di essere i più forti. E la novità? Ebbene il vero cambio di direzione impresso quest’anno dai vertici di Redwood City è sicuramente ascrivibile a “il Viaggio”: non si tratta solo di una nuova modalità, che arricchisce, fra l’altro, un’offerta già molto generosa, si tratta di un nuovo e rivoluzionario modo di concepire FIFA e che esula dalla semplice “partita di 5 minuti”. A metà strada fra sport e avventura, “il Viaggio” ripercorre la carriera della giovane promessa Alex Hunter, ponendo l’attenzione dell’utente su tutti quegli aspetti marginali ma pur sempre fondamentali nella vita di un calciatore professionista. Più che l’aspetto tecnico-tattico comunque curato e dettagliato, ne “Il Viaggio” si esalta quella componente emozionale di cui qualsiasi gioco sportivo è stato sempre orfano: attraverso una storyline coinvolgente, ambientata fra la Premier League e la Championship (Serie B inglese), emerge l’importanza della famiglia, dello spogliatoio, dei rapporti con la stampa e con i membri dello staff tecnico, relazioni vitali per la crescita di un talento come Alex. Nei vari dialoghi che affronteremo fra un match e l’altro verrà a plasmarsi il carattere del calciatore, a seconda delle nostre scelte il nostro prodigio potrà essere “impulsivo – pacato – equilibrato” aspetti, quest’ultimi, che si rifletteranno soprattutto sul nostro stile di gioco e sulla nostra condotta in campo. E a proposito di campo: guadagnarsi una maglia da titolare sarà dura, bisognerà sfruttare ogni scampolo di partita, ogni ingresso dalla panchina, per fare colpo e lasciare il segno. Fondamentali, per entrare nell’undici titolare, saranno le sessioni d’allenamento, che in realtà maschereranno quei tutorial tanto odiati durante il caricamento delle partite ma nonostante ciò assai utili per affinare tecnica e precisione. Per quanto concerne il gioco vero è proprio, “il Viaggio” ricalca la struttura classica di una carriera offrendo la possibilità di controllare l’intera squadra o il solo Alex, in quest’ultimo caso, affidandosi quasi completamente all’I.A. l’evoluzione della gara potrebbe risultare tediosa e snervante, proprio a causa dell’eccessivo possesso palla da parte del computer. Apprezzabili anche i cameo di alcune stelle dei grandi club europei prestati ad attori: nel corso della nostra avventura, infatti, avremo modo di confrontarci con Marco Reus (in copertina), James Rodriguez e Angel Di Maria.  È in questa modalità, fra l’altro, che emergono tutte le potenzialità del nuovo motore grafico Frostbite e che pone FIFA sullo stesso piano di titoli come Heavy Rain o Beyond, paragone che fino a qualche anno fa sembrava impossibile.

Come accennato sopra, una delle principali novità di quest’anno è rappresentata dall’utilizzo del nuovo motore grafico Frostbite, quello di Battlefield e Need for Speed per intenderci, che ha soppiantato l’affidabile Ignite ormai in pensione. In realtà la differenza fra i due è impercettibile, emerge soprattutto durante i “replay delle azioni di gioco” e durante i dialoghi de “Il Viaggio”. È plausibile che la scelta di voler mantenere lo standard qualitativo sulla falsa riga delle edizioni passate sia legittimato dalla necessità di dare un minimo di continuità con le precedenti versioni, in modo da abituare gradualmente gli utenti alle novità che saranno introdotte a partire dalle prossime edizioni. Anzi a mio avviso è del tutto apprezzabile il tentativo di EA e soci di ricreare con qualche piccola innovazione quello che è stato da sempre il marchio di fabbrica di FIFA: gioco di squadra e strategia. La fisica del pallone è senz’altro migliorata, capillare l’attenzione ai contrasti, sensibilmente perfezionata la precisione dei movimenti “con” e “senza” palla. Male invece la I.A. portieri: troppo facile segnare con il rodato schema cross dalla fascia – colpo di testa, infatti, qualora ci si dovesse scontrare con squadre rapide sulle corsie esterne, il rischio di prendere imbarcate aumenterebbe a dismisura. Esaltanti le triangolazioni con i giocatori che attaccano gli spazi in maniera quasi imprevedibile invece di muoversi secondo una meccanica predefinita.  Sempre più “naturali” gli intercettamenti a spezzare l’azione avversaria con l’elemento fisico finalmente a farla da padrone. Il possesso e la circolazione di palla sono oramai pedissequi a quelli dei Top Club europei, il “tiki-taka” non annoia, anzi permette di dare il là ad azioni ben manovrate e solitamente vincenti, naturalmente il rischio, giocando troppo d’attacco ed affidandosi all’eccessiva sicurezza nel giro-palla, è quello di prestare il fianco ad azioni di contropiede che, se portate opportunamente a termine, risultano letali per l’avversario. Meccaniche stravolte per quanto riguarda l’esecuzione dei calci piazzati e dei rigori, i primi si battono servendosi di un puntatore da posizionare all’interno dell’area di rigore, i secondi attraverso un cursore da dosare al millesimo. Qualche bug di sistema è ancora presente, soprattutto nella storyline di Alex Hunter (i video talvolta non si avviano o partono in ritardo) ma tutto sommato si tratta di errori che inficiano in maniera non determinate la qualità del prodotto offerto. Ancora una volta, ma qui si tratta ormai di un annoso problema, FIFA 17 risulta deficitario per quello che concerne l’attenzione prestata alla morfologia dei calciatori: anche quelli appartenenti a squadre di livello, risultano poco somiglianti ed assai diversi rispetto alla realtà. Un vero peccato viste le potenzialità introdotte quest’anno dal nuovo sviluppatore DICE.

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Ormai centrale nelle strategie di EA Sports il multiplayer non delude anzi gratifica: gli sforzi degli sviluppatori sembrano esser stati premiati, il comparto online fornisce un servizio impeccabile e preciso sotto ogni punto di vista: un matchmaking molto rapido (la ricerca dell’avversario si esaurisce nell’arco di pochi minuti se non secondi) e un assenza quasi totale di lag (anche con connessioni poco stabili), unite al ricchissimo ventaglio di modalità giocabili, rendono l’esperienza su FIFA fra le più apprezzabili e soddisfacenti. È proprio online che viene raggiunta la massima potenzialità del gioco, grazie ad una ritrovata stabilità da fare invidia ai più blasonati sparatutto. Un ulteriore passo in avanti verso il traguardo che vedrà il multiplayer come elemento pregnante attorno a cui si muoverà l’intero sistema. Rafforzata inoltre la componente “social-sharing”, già presente nelle passate versioni, che permette ad ogni utente di postare le migliori azioni all’interno della “Community Fifa EA Sports” al fine di partecipare alla classifica dei gol più belli rilasciata periodicamente dalla stessa casa canadese attraverso i propri account Facebook, Instagram e Twitter.

Sebbene la lotta all’ultima esclusiva abbia portato i rivali di PES ad accaparrarsi un rapporto privilegiato con alcuni club di prestigio, Barcellona primo fra tutto, FIFA continua a mantenere il monopolio dei diritti, e quest’anno serve ai propri utenti un menù ancora più ricco: oltre 30 campionati e più di 650 squadre completamente “licenziate” fra cui scegliere e alle quali si aggiunge la J-League Giapponese, il ritorno della Liga Brasiliana e la conferma delle Nazionali Femminili. Il tutto sembrerebbe confermare la volontà del colosso californiano di voler puntare non solo sul vecchio continente ma di aprirsi nuovi mercati (quello asiatico su tutti) puntando ad un target differenziato e non più costituito da soli uomini. Inossidabile il rapporto con la Premier League britannica di cui fra l’altro EA Sports è anche sponsor, tale aspetto emerge soprattutto nella modalità “Il Viaggio” dove loghi, centri di allenamento, stadi e soprattutto Allenatori rispecchiano fedelmente la realtà.

La rivoluzione silenziosa cominciata quest’anno da EA con FIFA 17 si prepara a gettare le fondamenta per un futuro radioso, l’utilizzo sperimentale di un nuovo motore grafico in grado di eguagliare le prestazioni delle edizioni precedenti senza la minima complicazione, lascia presagire un notevole miglioramento per le future versioni. Questo periodo di transizione non è comunque esente da critiche: ci si poteva aspettare un po’ più d’attenzione a quei dettagli da sempre croce degli sviluppatori ed invece ancora volta si ricommettono gli stessi identici errori. Va tuttavia riconosciuto un gran merito a FIFA 17, quello di aver restituito, attraverso “Il Viaggio” quella dimensione emozionale inarditasi col tempo. E se a queste emozioni aggiungiamo gol e adrenalina, come ricordato in apertura, il successo non può che essere assicurato.

Pro

  • Licenze
  • Il Viaggio di Alex Hunter
  • Meccaniche di gioco e fluidità di manovra

Contro

  • Aspetto dei calciatori
  • Bug video durante “Il Viaggio”
  • Calci di rigore e schemi su palla inattiva più difficoltosi