Gravity Rush Remastered – Recensione

Questa recensione suona un po’ come un necrologio, ma non per il titolo in questione, quanto per la console su cui è uscito originariamente, prima di approdare sull’ammiraglia Sony. Già, perchè il gioco che stiamo per recensirvi, Gravity Rush Remastered, è stato originariamente pensato e progettato per una di quelle console tanto potenti da divenire ben presto un flop. Aldilà di quelle che sono state e sono le vicissitudini di Playstation Vita, Gravity Rush è probabilmente la miglior Killer App che una console portatile possa vantare nel proprio parco titoli.

Quando Sony annunciò il porting per la sorella maggiore PS4, l’entusiasmo era misto a paura. Paura di veder castrato un gioco che faceva dei comandi, oltre a tutta una serie di meccaniche che vi spiegheremo a breve, uno dei suoi punti di forza. La remastered che stiamo per recensirvi è probabilmente l’unica (a nostro avviso) che abbia realmente il senso di esistere, in questa generazione di console. Perdere una perla come Gravity Rush perchè “rilegata” ad una console ormai zombie, sarebbe stato come martellarsi le mani invece che giocare alla creatura di colui che creo mostri sacri come Silent Hill, Keiichiro Toyama, e già solo questo vale l’acquisto sulla fiducia.

La conversione è stata affidata ai Bluepoint. Il talentuoso team sarà riuscito a riproporre la medesima magia che era presente su PS Vita? Scopriamolo assieme.

Kat dai capelli lunghi

Senza dilungarci troppo nella trama, per non incorrere in inutili spoiler, nel gioco noi impersoneremo Kat, una ragazza dall’aria testarda e molto carina. Il plot narrativo parte subito con le migliori premesse, scaraventando Kat in una città volante e dall’architettura complessa: Heskeville. La storia diventa ancora più intrigante perchè la ragazza ha perso completamente la memoria. E come sempre in queste situazioni, spetterà a noi svelare i misteri di questa avventura.

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Da qui qualcuno potrebbe pensare ad un plot narrativo fin troppo riciclato, ma vi assicuriamo che così non è. I colpi di scena e le scelte narrative sono così ben ammalgamate e ispirate, da tenervi incollati sulla sedia dall’inizio alla fine del gioco: una vera droga, se cosi possiamo definirlo.

E secondo voi, una ragazza senza memoria e in una città sconosciuta poteva essere una ragazza ordinaria? No! Infatti Kat non è una ragazzina qualunque: è dotata di super poteri capaci di cambiare e stravolgere le leggi della fisica. Proprio questa sua indole da super eroe la porterà ad essere il beniamino di tutti i cittadini di Heskeville, sopratutto perchè è l’unica a poter contrastare i sempre più presenti Nevi, esseri astrali avvolti da un alone di mistero oscuro. Se all’inzio tentenna a partire, dopo già un ora non saprete più farne a meno. Non potrete fare a meno di combattere in quest principali e secondarie, come nei migliori action RPG, ma con un qualcosa in più dalla vostra: la gravità. Potrete correre sui muri, volteggiare in aria, guardare il panorama sotto di voi e camminare a testa in giù. In pochissimo vi troverete così a vostro agio da desiderare, letteralmente, che il gioco non finisca mai.

Il neo con cui dovrete imparare a convivere sin da subito è la telecamera. Funziona bene e fa il suo lavoro, ma non senza alcuni scivoloni, e questo è uno dei punti in comune con l’edizione PS Vita. Ci saremmo aspettati un lavoro di calibrazione anche minimo. E invece niente. Ribadiamo che non è un disastro, anzi, ma molto spesso è possibile sbagliare determinate azioni proprio per colpa di quest’ultima. Senza contare che le aggiunte si limitano a qualche costume extra e alcune sottoquest. Un po’ troppo poco, se pensiamo ad un’edizione che dovrebbe cercare di eguagliare la stazza della console su cui si appresta a girare.

Gravità e grafica

Ma a dir la verità, telecamera a parte, tutto questo non è proprio una mancanza da penalizzare. Anche perchè, se si guarda alla bontà generale del porting, c’è da applaudire per più di 90 minuti consecutivi. In quanto a fluidità e stabilità, il titolo si muove davvero in maniera eccelsa. E non vi mentiamo se azzardiamo di più dicendo che un simile titolo, se presentato così come lo vediamo oggi senza sapere che risale al 2012, avrebbe fatto la sua ottima figura. A parte qualche mancanza in termini di modellazione poligonale, tutto il mondo che gira intorno a Kat eclissa molteplici produzioni attuali.

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Dalla trama alla caratterizzazione dei personaggi, dai dialoghi alla leggerezza dei movimenti di Kat. Tutto è semplicemente fantastico. Ciò che renderà contenti coloro che lo hanno giocato su PS Vita, è la totale eliminazione del touch legato al combattimento con i Nevi, alle scivolate o alle schivate. Tali movimenti sono ora legati a determinati tasti del pad, e danno ancora più fluidità al gioco, che prima risultava essere macchinoso e frustrante sopratutto nelle fasi più concitate.

Se temete di giocare ad un gioco con una trama principale e niente più, siete in errore. Le quest secondarie presenti offrono un ottimo spunto per continuare a volteggiare con Kat, senza mai essere troppo simili o monotone. Kat potrà evolversi sulla base delle vostre scelte. Per far levellare il personaggio principale non dovrete far altro che raccogliere le gemme preziose e attuare gli upgrade alla nostra eorina. Tutto questo sbloccherà nuove mosse e tanti altri aspetti che non vogliamo svelarvi. Vi state chiedendo infine come si comporta sul fronte tecnico? Sessanta fps stabilissimi e Full HD vi bastano? Vista la natura del titolo, il risultato tecnico raggiunto era davvero necessario. Il porting ha portato inoltre ad una riduzione dei tempi di caricamento e dei respawn in caso di morte.

Pro

  • 60 fps e Full HD, comandi adattati alla grande
  • Il secondo capitolo è già stato annunciato

Contro

  • Problemi con la telecamera come su PS Vita
  • Qualche extra in più non sarebbe guastato