Nintendo sta fallendo? Ma anche no!

Spesso e volentieri nei forum o nei siti d’informazione videoludica leggiamo la frase: “Nintendo sta fallendo” oppure “Nintendo si metterà a fare solo software”. Queste frasi non arrivano solo dagli utenti, ma anche da alcuni redattori/giornalisti di riviste o siti più o meno famosi. Ma è veramente così?

STO FALLENDO? CREO UN NUOVO MERCATO

Nel corso della sua centenaria storia, la grande N si è trovata spesso e volentieri sull’orlo della bancarotta. Ancor prima di cominciare a produrre videogiochi e macchine da gioco, la società della famiglia Yamauchi si è trovata in crisi, con investimenti sbagliati a destra e a manca. La società possedeva aziende di taxi, Love Hotel e addirittura una emittente televisiva. Nonostante queste proprietà, la società faticava a stare in piedi e la chiusura era ad un passo, almeno fino all’arrivo di un giovane ingegnere di nome Gunpei Yokoi.

Yokoi aiutò la società a salire alla ribalta con alcune invenzioni che divennero molto popolari in Giappone, come il Love Meter o la Ultra Hand. Tuttavia la sua più grande intuizione fu di sicuro il Game & Watch, che portò Nintendo alla ribalta e diede l’avvio ad un’intera generazione d’intrattenimento. Inoltre con la nomina di Shigeru Miyamoto alla supervisione dei futuri progetti videoludici, la grande N creò alcune delle saghe più apprezzate e popolari di sempre, e fu così che Nintendo riuscì a scampare da una bancarotta che pareva sempre più certa, inventandosi di fatto un vero e proprio nuovo mercato.

NINTENDOMINATION – PARTE 1

Dopo un lungo periodo di successi con le piattaforme NES e SNES (in Giappone Famicom e Super Famicom) ecco arrivare una nuovo competitor oltre a SEGA. Si tratta di Sony, che con la sua nuova piattaforma Playstation non solo riesce a far passare Nintendo in secondo piano, ma avvia anche una nuova era di giochi, con la particolarità che la piattaforma usufruisce del supporto fisico Compact Disc, aumentando la capienza e diminuendo i costi di produzione. Fu in questo periodo che Nintendo perse l’esclusività della serie Final Fantasy, che a causa di problematiche legate per l’appunto al supporto fisico, non uscì mai più per piattaforme Nintendo (cosa risolta in seguito, anche se di capitoli numerati dopo il VI non se ne sono più visti ad oggi). Paradossale anche il fatto che fu proprio Nintendo a commissionare un progetto a Sony per un lettore CD fatto in partnership, che per motivi ignoti venne disdetto da parte di Nintendo stessa, mettendo un bel mattone sulla fondazione di Sony Computer Enterteinament.

Nintendo

IL CUBO DEL FLOP

Nonostante le buone vendite di Nintendo 64, dovute anche a giochi che hanno fatto la storia (Ocarina of Time o Super Mario 64, tanto per citarne un paio a caso), i numeri raggiunti non potevano eguagliare quelle del nuovo brand di Sony, Playstation. Con l’avvento della sesta generazione la casa di Kyoto aveva in lavorazione la sua nuova console con cui pareggiare i conti, il GameCube. Purtroppo neanche con gli ottimi titoli di cui la piattaforma disponeva, il sistema riuscì ad imporsi sullo strapotere di Playstation 2, complici ancora alcune scelte in controtendenza, come l’utilizzo di un formato proprietario (mini disc) e la mancanza del supporto al DVD. La situazione era davvero brutta per le finanze di Nintendo, che però aveva il suo asso nella manica.

Mentre il GameCube creava problemi nei profitti di Nintendo, il brand Game Boy era in totale ascesa. Grazie anche al successo della Pokémon Mania, i Game Boy con la versione Pocket e Color registravano vendite da capogiro. Il settore portatile migliorava di anno in anno con l’avvento anche del Game Boy Advance, che sebbene con vendite inferiori rispetto al modello classico, si poteva fregiare di “Dominatore del mercato Handheld”. La lunga serie di successi portatili ha trovato il suo culmine con il Nintendo DS, che ha letteralmente cambiato il modo di vedere il gaming portatile, rendendo il Touch Screen una feature immancabile in quasi tutte le altre portatili uscite dopo.

NINTENDOMINATION – PARTE 2

Mentre il Nintendo DS spopolava nel mondo e nel modo di giocare, Nintendo stava lavorando a una nuova console con nome in codice: Revolution. Alla presentazione venne annunciato il nome ufficiale: Wii, e si scoprì anche il significato del nome in codice, visto che si trattava di una vera e propria rivoluzione nel sistema di controllo. Il Wii infatti al posto del tradizionale GamePad aveva un controller simile ad un telecomando, con un sensore che permetteva di leggere i movimenti all’interno del gioco. Subito dalla presentazione di Wii Sports con Miyamoto e Iwata sul palco si capii che la console era destinata a fare successo, e infatti i dati di vendita furono eccezionali. La Wii diventò la console più venduta della settima generazione, in barba alla potenza inferiore della macchina rispetto a Xbox 360 e Playstation 3.

Il successo del Wii fu tale che sia Sony che Microsoft corsero ai ripari proponendo le proprie periferiche di movimento, Move e Kinect. La prima fu presto abbandonata da Sony per lo scarso interesse del pubblico verso di essa e per il numero ridotto di giochi che supportavano tale periferica dopo il lancio della stessa. La seconda invece vendette molto bene, ma paradossalmente le ottime vendite non corrispondevano alla qualità dei giochi per Kinect, che era tarata molto verso il basso. Nintendo aveva ancora fatto scuola, dimostrando di essere ancora la compagnia leader nel settore videoludico, almeno fino a…

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L’INIZIALE DISASTRO DI NOME WII U

Forte del successo del Wii, Nintendo annuncia Project Cafe. Una nuova piattaforma di gioco con finalmente il supporto alla definizione HD e con un nuovo sistema di controllo. La console viene commercializzata con il nome Wii U, e qua cominciano i problemi. L’utenza di Nintendo con Wii era composta in larga parte da casual gamer che giocavano più per moda o per passare qualche serata divertente, e di conseguenza Wii U non è riuscita a catturare di nuovo quel tipo di pubblico (molti pensavano che Wii U fosse una periferica). In molti negozi era esibito un cartello che riportava il fatto che i giochi Wii U non erano compatibili con la piattaforma Wii.

Le vendite non andavano secondo le previsioni di Nintendo, anzi, si può dire che erano proprio pessime. Ad un anno e mezzo dal lancio i siti erano pieni di notizie sulle perdite e la situazione sembrava tornata agli anni del GameCube. Ma come detto anche negli articoli sopra, Nintendo se l’è sempre cavata. Ed ecco come sono riusciti a salvarsi in questa generazione.

NON DEMORDERE MAI, SVILUPPARE SEMPRE

Sebbene le vendite del Wii U stiano ancor’oggi faticando a decollare, Nintendo non si è arresa. Dal secondo anno di vita della console sono arrivate IP forti, riconoscibili dalla classica qualità che contraddistingue le produzioni della casa di Kyoto. Tra un ispiratissimo Mario Kart e un vastissimo Smash Bros sono arrivati i primi risultati positivi. Grazie anche ad un ottimo accordo di Second Party ecco arrivare sulla console Nintendo anche quello che è probabilmente il miglior action degli ultimi anni: Bayonetta 2, che forse non ha portato grosse vendite, ma ha ampliato la già vasta libreria di titoli disponibili sulla console. Inoltre gli ottimi risultati di Nintendo 3DS e del New 3DS confermano ancora, nonostante la concorrenza più agguerrita che mai di smartphone e tablet, che la casa di Mario regna nel gaming portatile.

L’insuccesso di Wii U (commerciale, ovviamente) è stato anche ammorbidito dagli Amiibo. Si tratta di statuette con gli storici personaggi Nintendo che permetto di interagire con alcuni giochi presenti su WiiU e 3DS e hanno anche una forte attrattiva per i collezionisti. Le statuette sono state un totale successo, vendendo più di 5 milioni di pezzi in pochi mesi dalla loro messa in commercio, e creando di fatto per la grande N un nuovo mercato (anche se Activision ha gli Skylanders e Disney ha Infinity, ma hanno funzionalità diverse) in cui possono dire la loro.

NINTENDO STA FALLENDO? MA ANCHE NO

Quello che possiamo dire per certo è che la società di Kyoto non sta fallendo, e sopratutto riesce sempre a trovare un modo per rientrare di eventuali perdite, evitando la bancarotta. Con l’apertura di nuove strutture dedicate alla ricerca e allo sviluppo, il continuo investimento su IP storiche e nuove e sopratutto sui recenti annunci relativi ad una partnership per sviluppare anche su mobile e anche all’annuncio di una nuova console in lavorazione con nome in codice NX, ogni fan Nintendo dovrebbe stare sereno. Nintendo ci sarà ancora per molto tempo.