Da quando è stata lanciata sul mercato la Xbox 360, una delle funzioni più interessanti della console è riuscita a diventare quasi uno standard nel mondo videoludico di oggi: gli obiettivi. Si tratta in sostanza di punti che possiamo guadagnare compiendo determinate azioni all’interno di un gioco, per un totale che di solito si aggira a 1000 punti, anche se in alcuni giochi tale limite è stato ampliato ulteriormente. Il sistema ha talmente preso piede, che dopo poco anche la Sony si è adeguata inserendo sui giochi Playstation 3 i trofei, che funzionano in maniera simile ma con la sola differenza e che si ottengono dei trofei di Bronzo, d’Argento e d’Oro e una volta ottenuti tutti si sblocca quello più raro, il trofeo di Platino. Dopo Sony e Microsoft non potevano mancare anche i big come Steam, che hanno permesso agli sviluppatori di inserire un sistema di achievements (anche se in questo caso lo sviluppatore è libero di decidere se inserirli o meno), per arrivare anche al Gamecenter di iPhone e iPad, che supporta un sistema similare.
Ma servono a qualcosa?
La prima domanda che molti di noi si sono posti è di sicuro “Ma a che cosa servono?”. Beh, la risposta è semplice: a nulla. Almeno per noi giocatori sono visibili come dei trofei, che per quanto rari o difficili da avere, non servono nè a più nè a meno che al semplice vanto. Certo, completare un gioco a 1000/1000 o ottenere il Platino significa aver spolpato il gioco in questione e conoscerlo a menadito. Alcuni giochi il 100% lo danno molto semplicemente, mentre altri sono ben più bastardi da completare. Ma in definitiva oltre a bullarci, servono a ben poco.
Il discorso cambia invece per alcuni team di sviluppo. Durante la lavorazione di Gears of War 3, i ragazzi di Epic affermarono di aver controllato le percentuali di completamento del secondo capitolo proprio grazie agli obiettivi. In questo caso si dimostra come un utile feedback silenzioso, che spesso e volentieri può voler dire poco o niente, ma con obiettivi ben inseriti può dare parecchie informazioni allo sviluppatore del gioco stesso.
Nell’ultimo periodo gli achievements di Xbox 360 e Xbox One (estesi per alcuni giochi anche alla piattaforma PC e Mobile) servono agli utenti possessori di piattaforme Microsoft per ottenere una classificazione nel sistema Rewards. Una piccolezza, certo, ma almeno amplia di un minimo la funzione degli stessi.
Lavoro fatto alla c@#$o di cane
Di tanto in tanto, specialmente all’inizio di questa funzione, gli sviluppatori inserirono alcuni obiettivi e trofei veramente folli. In alcuni giochi come Avatar: The Last Airbender ottenere i 1000 punti era una questione di 5 minuti, a prova del fatto che gli sviluppatori evidentemente non avevano voglia (o fantasia) di inserirli in maniera intelligente nel gioco.
In altri casi abbiamo avuto esempi di pura follia, come l’obiettivo di Turok, che richiedeva di entrare in una partita online e uccidere nella stessa un nemico, un dinosauro e un alleato. Ve lo immaginate? Entrate in partita e dovete stare attenti ai vostri compagni di squadra nella speranza che non vi tradiscano per ottenere il maledetto obiettivo. Fortunatamente in questo caso gli sviluppatori hanno modificato lo sblocco dell’obiettivo tramite un aggiornamento.
Un esempio di achievements ben implementati all’interno di un gioco è di sicuro la saga di Mass Effect, che spinge il giocatore a conoscere e spolpare le varie funzioni di gioco, invitandolo ad esplorare tutte le possibilità della serie. Ovviamente ci sono altri esempi di obiettivi/trofei ben studiati, ma abbiamo citato uno dei casi che metterà d’accordo tutti.
La folle caccia all’obiettivo
Non sono pochi gli utenti che trattano la situazione degli sbloccabili con particolare interesse, e da quel punto di vista va anche bene. Si allunga la propria esperienza di gioco, e magari si acquisisce anche abilità con lo stesso.
In altri casi però si arriva a vedere utenti giocare la peggior robaccia in circolazione solo per ottenere il pieno molto facilmente (e ve lo dice uno che ha giocato Fifa 06: Road to World Cup per il 1000/1000). Chiaramente bisogna anche regolarsi, perché ad un certo punto lo sblocco di un obiettivo o trofeo ammazza il divertimento e diventa un’ossessione.
Il potenziale degli obiettivi e trofei può ancora essere sfruttato in maniera intelligente, con svariate modalità. La nostra speranza è che un giorno serviranno a molto più che vantarci con gli amici. Da una parte l’introduzione di questo sistema dà la possibilità di conoscere molto meglio un gioco, o addirittura di scoprirne nuove meccaniche o nuovi modi di giocare. Ci permettono inoltre di regalare ulteriore longevità ad un titolo che magari non ha una lunga durata. Da altri punti di vista possono rivelarsi dannosi, o ancora peggio possono essere usati come amo per attirare chi vuole fare il completista, convincendo gli utenti a comprare la peggior merda.