Non so quanti di voi facciano veramente caso alla colonna sonora, ad una canzone o ad un semplice brano presente in un titolo mentre lo si gioca. Molto dipende dalla tipologia di videogioco a cui ci piace approcciare, ma quella della musica è una costante indissolubile.
Spesso quando si cerca di trarre le conclusioni per cercare di capire nel complesso se un titolo ci è piaciuto o meno, ci dimentichiamo di tener conto che gran parte delle emozioni e delle sensazioni che ci sono arrivate, sono dovute alla capacità dei compositori di orchestrare dei suoni in grado di calzare perfettamente in determinati momenti del gioco o alla presenza di un evento ben preciso. Ed è proprio questo lavoro che molti utenti, sbagliando, snobbano. Io non sono un musicista, figuriamoci, ma sicuramente ho imparato ad apprezzare con il passare del tempo la qualità di una colonna sonora rispetto ad un’altra e vedere che molti di noi (e pure molti recensori), non tengono minimamente conto del comparto sonoro nel giudizio globale che viene dato ad un titolo, se non in minima parte, fa molto male.
Forse siamo arrivati a questa (non) concezione della musica nei videogames, proprio per il fatto che ora siamo abituati a grandi arrangiamenti composti dalla grande orchestra di turno; ormai i videogiochi non hanno più quei segni che li facevano ben distinguere da altri tipi di intrattenimento come i film. Vi sfido a comparare dal punto di vista qualitativo, il comparto sonoro di un qualsiasi gioco odierno con uno dei più grandi capolavori degli anni ’90; non c’è storia.
Non fraintendetemi, io amo la musica nei videogiochi di quegli anni, amo il timbro classico derivante dalle tecnologie limitate dell’epoca e apprezzo molto di più un colonna sonora in grado di portare a immedesimarsi in un mondo “onirico” rispetto all’ ultra-realismo a cui siamo tremendamente abituati oggi.
In ogni caso, nulla come la musica è in grado di trasmettere le sensazioni volute dei creatori di un videogioco: un brano “epico” durante una cavalcata verso il tramonto, acute note di un pianoforte per scandire la paura e l’incertezza in un gioco horror, oppure più semplicemente qualcosa di più tranquillo e allegro per far capire che si è al sicuro. Ripeto, parlo da videogiocatore, da fruitore del prodotto, non da musicista e penso che si sia ben capito vista l’ignoranza che mi contraddistingue quando entro nei dettagli di questi discorsi. A voi non vi è mai capitato di guidare con un disco di qualche soundtrack di un vostro videogioco? No? Fatelo!
Sto divagando e il vostro interesse per queste righe sarà già andato scemando, quindi tutto questo preambolo per arrivare alla fatidica domanda, ormai anche un po’ scontata:
Quanto conta la musica nei videogiochi per voi?
Per me tantissimo.
Sono sicuro che se vi sforzate, sarete in grado di canticchiare qualche brano di giochi rimasti nel cuore.
Ora premete “play” sul video in cima all’articolo e rileggette tutto; se fino ad ora non avete compreso, capirete sicuramente.