Recensione Assassin's Creed Syndicate
Arriva l’autunno, e con porta con sé anche un nuovo Assassin’s Creed. La serie Ubisoft è ormai a tutti gli effetti a cadenza annuale. Se questo per certi aspetti è un bene , per altri è un male assoluto. Non sono pochi infatti i capitoli “solo” mediocri. Già con Assassin’s Creed III la struttura globale di gioco cominciava a scricchiolare, nonostante le corpose novità. L’assenza di un personaggio carismatico come lo fu ai tempi Ezio Auditore e una trama nel presente ormai fossilizzata all’interno della Abstergo, non hanno aiutato l’intera produzione. Black Flag, poi, è stato un ottimo gioco, ma sarebbe stato migliore se non si fosse chiamato Assassin’s Creed. Ottimo sotto l’aspetto ludico, meno per ciò che riguarda la lotta Templari/Assassini. Unity poi, ha definitivamente portato in basso questa saga. Con un Assassin’s Creed Rogue su vecchia generazione che (nonostante tutto) aveva ancora qualcosa da dire, Unity distrusse ogni speranza di poter vedere il cambiamento tanto sperato della nuova generazione.
I risultati furono bug a profusione, gameplay rinnovato nella forma ma non nella sostanza e una storia carina ma con personaggi anonimi. Lo stesso protagonista non è riuscito a far breccia nel cuore degli appassionati. Caso strano, ma non troppo, il DLC “Dead Kings” è risultato essere migliore in tutto rispetto alla sua controparte principale, come se l’Arno che avevamo quasi disprezzato nella campagna principale, divenisse un’altra persona nel DLC.
Dopo questo, il futuro di Assassin’s Creed sembrava ormai ben delineato. Nemmeno l’annuncio di Syndicate, né una Londra in piena rivoluzione industriale sembravano poter risollevare dal pantano questa serie. No, se vi aspettate una rivoluzione completa e profonda del gameplay rimarrete delusi. La sostanza che guida questa serie sin dal secondo capitolo, è rimasta quasi invariata. Ciò che gli sviluppatori hanno fatto è stato affinare quanto di buono visto in Unity e potenziarlo a dovere. Questo non significa che Syndicate è un’opera di riciclo e potenziamento di Unity.
I cambiamenti generali sono totali, e sotto molti aspetti Syndicate riesce dove Unity aveva fallito. Il comparto tecnico in primis, privo di bug assurdi e molto più fluido, ma di questo parleremo più avanti. Mettetevi comodi, si comincia.
Bentornato, iniziato
Assassin’s Creed Syndicate parte con una trama accattivante e semplicemente intrippante. Siamo a Londra, nel 1868: la capitale del mondo, come definita da tanti, nonché base operativa per il controllo globale da parte dei templari.
Contrariamente a quanto richiesto dal loro mentore, i Gemelli Evie e Jacob Frye partono alla volta di Whitechapel. Da qui comincia una vera battaglia per la liberazione della città da bande e capibanda templari. Il loro obiettivo finale è recuperare una sacra sindone che, dati i poteri, consente di dominare il mondo.
Nonostante la linearità della trama, il gioco consente di giocare liberamente le sequenze presenti, anche l’ultima per assurdo. L’unica cosa da tener conto è il livello del personaggio richiesto, e l’attrezzatura. Dirigersi verso la sequenza 8 senza le armi necessarie sarà come correre verso la propria mattanza. Ecco quindi che il gioco ci obbliga a livellare a dovere per poter avanzare in modo eterogeneo e tutto questo viene eseguito in modo che il giocatore sia sempre invogliato attraverso le missioni secondarie e non solo solo.
Il free roaming risulta essere inoltre davvero libero. Nessuna zona della città sarà inesplorabile, consentendovi così di girovagare ovunque. Unico limite , come già descritto in precedenza, sono alcune aree in cui bisognerà accedervi solo dopo aver potenziato le caratteristiche del nostro personaggio. Completando gli obbiettivi complementari all’interno di ogni missione principale, e completando le missioni secondarie all’interno del gioco, guadagneremo punti esperienza da utilizzare poi nell’apposito menù di personalizzazione. Ovviamente le aree di accrescimento per il nostro personaggio saranno uniche per entrambi i protagonisti, ma suddivise. Quindi Jacob potrà tranquillamente migliorare diversi skills, mentre Evie migliorerà quelle opposte.
La caratterizzazione dei due inoltre fa sì che gli approcci scelti siano davvero diversificati. Jacob è molto più per l’azione grezza, mentre Evie è più per lo stealth. Pensateci quando andrete a modificare i parametri dei gemelli. Anche perché potrete switchare tra i due semplicemente entrando nel menù e premendo un semplice tasto. Questo ovviamente durante le sessioni free roaming, visto che le missioni sono state pre-assegnate dagli sviluppatori. E sarà quindi impossibile cambiarli in corso d’opera.
Non pensate però di poter sviluppare i nostri eroi semplicemente affrontando le sole missioni principali. Se il vostro obbiettivo è correre verso il finale, avete sbagliato gioco. Assassin’s Creed Syndicate richiede necessariamente un personaggio livellato a dovere, per poter avanzare, e tutto questo lo fa senza mai annoiarvi. La varietà delle missioni principali, degli obbiettivi secondari e di tutto il contorno cittadino vi terrà così impegnati da farvi seriamente dimenticare tutto il resto. Questo è dato proprio dalla caratterizzazione dei due gemelli, i migliori personaggi della serie dopo Ezio Auditore e Desmond.
Connessione 3.0
Come già anticipato ad inizio recensione, il sistema di combattimento alla base di Syndicate è il medesimo che ormai conosciamo, anche se risulta essere leggermente evoluto rispetto a Unity. Gli scontri risultano ora essere lievemente più ostici, anche se i nemici continuano ad attaccare uno alla volta. Idem per il sistema di movimento del personaggio, uguale a Unity ma molto più fluido di quanto non fosse nel capitolo precedente.
La novità più rilevante di questo capitolo è il rampino. Un comodo accessorio che ci consentirà di dileguarci in maniera veloce, e passare da un palazzo all’altro semplicemente “volando” su una corda sospesa tra cielo e terra.
E non solo, ad aiutarci durante le missioni avremo anche i nostri sgherri. Torna infatti la gestione degli alleati, che potremo adoperare tramite l’apposito menù. Il potenziamento delle varie bande passerà dalle nostre disponibilità monetarie e dai materiali sparsi per la città e contenuti nei vari forzieri. Se possiamo consigliarvi, potenziate sin da subito queste bande: nelle missioni più ostiche faranno davvero la differenza.
Proprio a proposito della disponibilità monetaria, sappiate che tutto verrà gestito da un luogo assolutamente impensabile, per un fan di vecchia data. E sarà proprio da questo luogo che partiranno missioni secondarie e tante altre chicche in cui spendere denaro a go-go, senza anticiparvi nulla. L’altra vera novità in Syndicate sono i mezzi di trasporto: come in un vero e proprio GTA, potremo rubare e guidare… delle carrozze. Sì, avete capito bene, carrozze. E mai niente di più “godurioso” c’è stato all’interno della serie. Nonostante il sistema di guida di quest’ultime sia puramente arcade, spostarsi da un capo all’altro della città non è mai stato così bello.
Presenti anche barche e vaporetti, che solcheranno il Tamigi continuamente. Nessuna rievocazione dei vecchi Assassin’s Creed in barca, eh, ma Ubisoft ha preparato qualcosa che non vi vogliamo anticipare. Lo saprete soltanto affrontando la missione assegnata per quella determinata location.
E il comparto tecnico?
È inutile negarlo, Syndicate muove una città intera e i suoi abitanti. Londra è stupenda, caratterizzata per bene in ogni attività presente al tempo. A differenza di quanto si dice in giro, le abitazioni esplorabili (come lo fu per Unity al tempo) ci sono ancora, così come i segreti e tutta una serie di attività da svolgere. Syndicate non annoierà nemmeno gli scettici, anzi vi presenterà un prodotto di qualità come non si vedeva ormai da anni.
Una fattura tecnica davvero lodevole , che fa dimenticare quanto di pessimo visto in Unity. Texture, personaggi e relativi poligoni, effetti di luce e quant’altro risultano essere davvero lodevoli, senza contare che tutto si muove a 30 fps stabili e a 900p. Ottima la longevità, di circa 30 ore per la sola campagna principale, e buona la colonna sonora.
Pro
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Contro
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