Recensione Bioshock Infinite
La saga di Bioshock, FPS fuori dal normale, ha una storia per molti aspetti complicata.
Il primo bellissimo capito è stato sviluppato dai ragazzi di Irrational Games, con a capo Ken Levine, mentre il secondo capitolo è stato affidato ai ragazzi di 2K Marin.
E’ proprio questo secondo capitolo (sequel del primo episodio) a dimostrarsi più come una mega espansione del primo piuttosto che un gioco nuovo e fresco. Ovviamente la qualità si è attestata comunque su livelli più che buoni, ma l’assenza del team di sviluppo originale si è effettivamente sentita.
Dopo cinque anni di sviluppo e la bellezza di 100 milioni di dollari spesi per la produzione, è arrivato il nuovo Bioshock Infinite.
Dimenticate la città sottomarina di Rapture, e date il benvenuto alla città fluttuante Columbia. Sarete immersi letteralmente in uno scenario composto da palazzoni ottocenteschi e abitato da adpeti legati ad un culto pseudo religioso, con a capo il matto di turno: Zachary Comstock.
Preparatevi dunque ad utilizzare una sorta di carrello su una rete di binari sospesa nel vuoto che prende il nome di skyline, per passare da uno scenario all’altro appesi al vostro Sky-Hook (uncino che utilizzerete per appendervi alla Skyline e che all’occorrenza diventerà un’arma a corto raggio), pronti a dar filo da torcere a tutto ciò che tenterà di sbarrarvi la strada.
Il protagonista è Booker DeWitt, ex agente della Pinkerton con una missione ben precisa: salvare la bella Elizabeth. La ragazza (ovviamente) ha un passato misterioso che avrete modo di scoprire avanzando nel corso del gioco. La trama potrebbe sembrare banale, ma fidatevi: non lo è affatto. I ragazzi di Irrational Games ci hanno abituati bene con il primo Bioshock, e continuano a farlo con Infinite per quanto riguarda la trama. I personaggi principali risultano essere ben caratterizzati, e i colpi di scena non mancano. Siamo di fronte ad una sceneggiatura di un certo rilievo insomma. Una trama che, seppur lineare, è continuamente avvincente, cazzuta ed evocativa.
Infinite come per il primo Bioshock , si basa su un concetto legato alla “protezione” del personaggio. Infatti Elizabeth dovrà essere protetta da noi, nonostante sappia difendersi abbastanza bene. La ragazza dispone di poteri paranormali che, avanzando nella storia , ci serviranno per compiere azioni complementari come lo “squarcio”. Questo potere crea una sorta di varco spazio temporale che ci permetterà di controllare delle torrette. E questa è solo una piccolissima parte di ciò che potremo compiere.
La formula del Gameplay ovviamente risulta essere ancorata al passato (il che in questo caso non è un male). Siamo di fronte ad un FPS con esplorazione annessa, combattimenti con uso intensivo di bocche da fuoco, armi bianche e plasmidi (poteri basati sugli elementi e in questo episodio ribatezzati Vigor).
Rispetto ai suoi predecessori, questo episodio risulta essere molto più improntato all’azione, più lineare, e soprattutto alcune meccaniche sembrano aver preso ispirazione dagli FPS più recenti. Nel dettaglio, il nostro personaggio disporrà di una sorta di scudo, visibile a schermo come una barra di colore giallo. Esaurito lo stesso (dopo aver incassato un certo numero di colpi), comincierete a perdere energia vitale. La stessa non può essere recuperata stando al riparo, ma cercando medikit, bevande e cibo per rifocillarvi.
Ecco quindi che la vena esplorativa di Infinite sarà assolutamente più importante rispetto ai passati episodi (anche perchè gli sviluppatori hanno letteralmente infarcito i livelli di power-up aggiuntivi).
Vista l’introduzione dello scudo, è lecito aspettarsi frequenti (e fuoriosi) combattimenti.
Se vi state interrogando in merito alla presenza o meno dei distributori di munizioni e potenziamenti sparsi per i livelli, come nei precedenti capitoli, possiamo ben dirvi che saranno presenti come in passato. Cosi come anche le registrazioni vocali, atte a farci capire un pò di più il contorno narrativo visto dai vari personaggi presenti nel gioco.
Come ben saprà chi ha giocato ai precedenti capitoli, i Game Over erano gestiti in precedenza tramite l’ausilio di alcuni checkpoint denominati anche “Camere della Vita”. Essi rappresentevano delle vere e proprie capsule dove si attuava il respawn del personaggio in caso di morte prematura. Molto spesso queste cosidette “camere” si trovavano molto lontane dalla zona in cui era avvenuto lo scontro. In questo episodio invece il tutto viene gestito da dei semplici punti di respawn a ridosso del luogo in cui è avvenuto il Game Over. Quindi molto più simili a quanto accade in giochi come Call of Duty.
La durata della campagna principale è di ben 12 ore , un passo avanti rispetto alle appena 8/9 ore dei precedenti capitoli. Contando l’alta rigiocabilità del titolo, e la modalità 1999 (che vi metterà di fronte ad un livello di difficolta arduo), questo Bioshock resterà nelle vostre console molto a lungo.
Per quanto riguarda il comparto audio, siamo di fronte ad un lavoro certosino. Con una colonna sonora maestosa e sempre adatta alle situazioni che ci ritroveremo ad affrontare. Il doppiaggio poi risulta essere completamente localizzato nella nostra lingua, ed è di pregevole fattura.
Infine, il comparto tecnico. Infinite utilizza l’ormai abusato e “strausato” Unreal Engine 3, che comunque continua a mostrare i muscoli se ottimizzato per bene. In questo caso Columbia è quanto di meglio ci si possa aspettare in quanto a realizzazzione grafica ed effettistica generale. Magari sarebbe stata apprezzata una maggiore cura nelle animazioni dei personaggi, a nostro avviso a volte innaturali e troppo scialbe. Per il resto il pacchetto confezionato da Irrational Games è di tutto rispetto, e merita il gradino più alto del podio.