Recensione Call of Duty: Ghosts

Che la si ami o la si odii, la saga di Call of Duty ha saputo imporsi sul mercato durante tutto il corso di questa generazione. Sarà per un gameplay frenetico e divertente, o anche grazie ad un multiplayer vasto e variegato che la saga di punta di casa Activision ad ogni sua uscita diventa un fenomeno mediatico di pubblico e di vendita. Vediamo quindi insieme se questo ultimo capitolo si può aggiungere con orgoglio a questa serie.

Ghosts si nasce

Purtroppo cominciamo a trovare le prime pecche già nella trama di questo Call of Duty: Ghosts che non si discosta dai canoni a cui siamo abituati. Gli Stati Uniti vengono attaccati dalla Federazione, un’alleanza di stati sudamericani (perchè cinesi, russi e coreani ci hanno stufato un po’) che decide di prendere il controllo di ODIN, un sistema missilistico la cui funzione consiste nello sgancio di barre dallo spazio che a contatto con la terra provocano una distruzione devastante, simile a quella di un ordigno atomico.

Il giovane Logan Walker impersonato dal giocatore, dovrà assistere suo fratello Hesh e suo padre Elias nello scacciare dal territorio gli invasori e vincere la guerra e quindi la libertà, guadagnandosi la maschera del Ghost.

Oltre a tutta la squadra di Ghosts, si potrà contare anche sull’assistenza del cane Riley, che dopo essere stato tanto osannato dal team di sviluppo, apparirà solo nelle prime missioni per poi scomparire completamente fino alla fine, dove fara un’ultima apparizione. Le sezioni con Riley spezzano sì il ritmo, tuttavia la poca profondità del gameplay e la scarsa longevità di queste sezioni non rappresentano di sicuro l’innovazione tanto affermata dai ragazzi di Infinity Ward.

Oltre a tutto ciò, ci teniamo a specificare che nonostante non manchi la varietà di situazioni e ambientazioni amalgamate ad alcuni momenti spettacolari tipici della serie, la storia di questo Ghosts è probabilmente la meno interessante e peggio narrata tra tutti i capitoli della serie fino ad ora usciti.

cod-ghosts

Ghost contro Ghost

Dove la saga di Call of Duty esprime tutto il suo potenziale è di sicuro la vasta modalità multiplayer, che tra decine di modalità e mappe, garantisce un divertimento longevo. Sembra tuttavia che anche in questa modalità qualcosa sia andato storto con questo Ghosts. Il bilanciamento è estremamente mal equilibrato. Sembrerà di giocare direttamente a veterano visto che pochissimi colpi sanciranno il nostro decesso e quindi la vittoria andra al giocatore che vede prima l’avversario, premiando i riflessi dello stesso. Tutto ciò rende il gioco incredibilmente frenetico, ma anche poco tattico e sopratutto molto punitivo nei confronti di chi alla saga ci si avvicina da poco.

Lavoro particolare è stato fatto anche con le mappe, che possiamo definire tra le peggiori mai apparse. Mal pensate e con una planimetria confusionaria, non permettono un gioco di squadra tattico, trasformando questo Call of Duty più in un FPS stile Arena.

Fortunatamente ci viene incontro un po’ di buon senso con un paio di mappe pensate veramente con la testa, come per esempio Stoneheaven, che vede protagonista un grosso castello semi diroccato e tutto un villaggio ai suoi piedi. Una mappa adatta a molti tipi di gioco che permette tattiche e approcci diversi. Un plauso anche alla mappa Chasm che mischia ambienti vasti e stanze piccole e sopratutto è sviluppata molto anche in verticale, il che permette molte possibilità.

Da segnalare anche la possibilità di interagire con le mappe modificandone alcuni aspetti, seppur minimi. Non aspettatevi la distruzione di un grattacielo, tuttavia aggiunge un pizzico di novità in un quadro non propriamente rivoluzionario.

codghosts

Lotta contro l’estinzione

Una menzione speciale di sicuro la merita la modalità Extiction, che va a sostituire la Zombie dei capitoli Treyarch con molta efficacia.

Questa modalità ci metterà nei panni di 4 soldati che devono ripulire una cittadina dalla minaccia aliena causata da dei grossi alveari sparsi per la città. Prima di distruggere un alveare ci dovremo debitamente preparare, visto che appena cominceremo a trapanarlo saremo attaccati da ondate sempre maggiori di nemici. Ogni uccisione ci permetterà di guadagnare soldi che potremo spendere in trappole, munizioni o armi sparse per la città.

Inoltre avremo a disposizione dei power up che potremo scegliere in base alla classe del nostro personaggio, da utilizzare per rifornirci di munizioni supplementari speciali e richiamare torrette per resistere alle ondate più pesanti.

I nemici ci colpiranno da ogni lato, e non esiteranno a saltare sui tetti o andare a nascondersi dietro gli angoli quando gravemente feriti. Questa impostazione richiederà un buon gioco di squadra e una scelta accurata dei potenziamenti nel pre-partita se si vuole sopravvivere tutti e quattro.

Un comparto tecnico decennale

Il comparto di Ghosts purtroppo è vecchio. C’è poco da dire relativamente al motore di gioco, che è lo stesso di tutti gli ultimi Call of Duty. È vero, il gioco è fluido e scorre a 60 frame al secondo su console e PC, ma non riesce a reggere il confronto con altri esponenti del genere. La nostra speranza è che per il futuro si cerchi di stare al passo con i tempi, specialmente ora che la next-gen è arrivata.

Il comparto audio invece fa bene il suo dovere, con campionature dei colpi ben riporodotte e riesce a donare ad ogni arma una sua identità.Il buon lavoro è stato fatto anche con la colonna sonora, che presenta musiche adatte ad ogni situazioni di gioco, come d’altronde in tutti gli altri capitoli.

Per quanto riguarda il gameplay non si segnalano cambiamenti eclatanti. È stata aggiunta la possibilità della scivolata e la possibilità di sparare mentre si scavalca un ostacolo. Sono piccole aggiunte che si vanno a sommare ad un gameplay più che rodato migliorandolo di poco, ma non essendo tuttavia fondamentali. Presente anche la possibilità di sporgersi di lato dalle coperture, anche se bisogna posizionarsi esattamente all’angolo, rendendo questa meccaniche un po’ più macchinosa rispetto alle altre due già citate.