Vi invito a fare un passo indietro nel 2010. Appena due anni fa, Vigil Games era una software house (di proprietà di THQ) semi-sconosciuta che, in barba alle aspettative, riuscì a far parlare di sè grazie ad un titolo che univa meccaniche di vari capolavori, riuscendo ad affermarsi nel panorama videoludico. Il gioco in questione, ovviamente, è Darksiders. E appena due anni dopo, il 24 Agosto 2012, Vigil Games ci propone il sequel: Darksiders II, anch’esso per Xbox360, PS3 e PC. Ma forse sequel non è proprio la parola adatta, come mi accingo a spiegare.
Morte Vive
Premetto che nelle righe che seguiranno, potrebbe esserci più di uno spoiler per coloro che non hanno giocato il primo Darksiders, quindi consiglierei loro di saltare questa parte. Tuttavia il titolo è fruibile anche preso singolarmente, proprio perchè non è un vero e proprio sequel. Dopo essere venuto a conoscenza della sorte di suo fratello Guerra, reo di aver scatenato l’Apocalisse sulla Terra senza essere stato chiamato, Morte, il secondo dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse, capisce che sarà compito suo salvare Guerra. Grazie a questo incipit, l’avventura di Darksiders II si svolge in parallelo a quella del primo capitolo, nonostante le strade dei due fratelli non si incrocino. Morte, per riuscire a salvare Guerra, partirà in un viaggio che lo porterà a visitare svariati luoghi biblici, incontrando anche personaggi presi dai libri sacri del cristianesimo e dell’ebraismo. Sebbene la trama non sia ricca di colpi di scena, riesce a porsi in modo chiaro nonostante i contenuti alquanto complessi (aleno per quanto riguarda il background di certi personaggi che è semplicemente accennato), e ad una sceneggiatura che, seppur non sia eccezionale, è comunque molto buona.
Action-Adventure?
Come ho accennato prima, il gameplay della serie Darksiders è un mix di meccaniche di svariati capolavori. In particolare, per quanto riguarda Darksiders II, il gameplay è molto simile alla serie God of War, basandosi su un sistema di combattimento molto simile (hack’n’slash) introducendo però (come nel primo capitolo) anche un’arma secondaria. Oltre alla barra dell’energia, Morte dispone anche della barra della “Collera”, che gli permetterà di utilizzare svariate magie. Morte potrà usufruire anche di svariati gadget che saranno utili anche a risolvere enigmi all’interno dei dungeon, in stile The Legend of Zelda. Sempre in stile Zelda è il sistema su cui si basa l’avanzare dell’avventura. Morte viaggerà di città in città affrontando una gran quantità di Dungeon e, alla fine di ogni sotterraneo, ci attenderà un Boss da sconfiggere. Per quanto riguarda gli spostamenti di città in città, Morte potrà sempre contare sul suo fido destriero Disperazione, e sul suo corvo Polvere, che gli indicherà la via. Inoltre, il gioco ci mette a disposizione anche uno spostamento rapido per i luoghi già visitati, per risparmiarci il lungo viaggio che ci attende, data l’enorme dimensione della mappa del mondo. Nel gioco sono presenti anche fasi platform, chiaramente ispirate da Assassin’s Creed, in cui Morte dovrà saltare su travi sospese o arrampicarsi lungo una parete grazie all’ausilio di appositi appigli. A proposito di questo, il level design del gioco è strabiliante e nulla, all’interno dei dungeon, è lasciato al caso. Ogni tanto si potrebbe incappare in qualche bug, ma sono talmente leggeri da non compromettere la qualità del gioco.
Semplicemente Epico
Riguardo il lato grafico, Darksiders II non punta all’eccellenza. Vigil Games ripropone il medesimo motore grafico del primo capitolo, senza aggiornarlo. Fortunatamente, la grafica è comunque ottima, con modelli poligonali ben definiti e textures di qualità. Gli sfondi degli scenari non sono mai vuoti, ma sempre ricchi di dettagli e gli effetti di luce sono resi realisticamente. Riguardo lo stile, ricorda abbastanza quello di God of War, sia per quanto riguarda gli scenari, che per i personaggi. Dopotutto, in entrambi i casi abbiamo a che fare con demoni, divinità e scenari mitologici. Sebbene ogni tanto si noti qualche difetto grafico (più di uno, magari), credo che i pro superino i contro.
Per quanto concerne il sonoro, la colonna sonora è adatta al titolo, essendo composta da temi epici o atti ad aumentare la suspance. Inoltre Darksiders II è accompagnato da un doppiaggio in italiano che vanta doppiatori del calibro di Alberto Olivero, Pietro Ubaldi (entrambi già doppiatori del primo Darksiders) e altre grandi voci italiane. La sincronizzazione con il labiale è eccellente.
Finchè Morte non ci separi
Darksiders II gode di una longevità invidiabile. Sebbene, oltre all’avventura, non ci siano molte altre modalità, questa è più che sufficiente. A difficoltà media, il titolo può essere concluso in circa 20 ore, cosa non da poco vista l’attuale tendenza di sfornare titoli che durano 6 ore (vedi Call of Duty). Tornando alla difficoltà, completare l’avventura è molto soddisfacente. I nemici sono ostici e gli enigmi complessi (ma non troppo complessi da risultare frustranti). D’altro canto, anche i Boss si possono considerare degli enigmi, poichè scoperto il loro modus operandi, non richiedono troppo impegno per essere sconffitti (ma, d’altro canto, nemmeno troppo poco). Pozioni di energia e collera si renderanno necessarie per portare a compimento l’avventura. Una volta conclusa la main quest, potremo scegliere di svolgere le side quest che i personaggi sparpagliati per il mondo ci assegneranno oppure di iniziare la Nuova Partita +, la risposta di Darksiders alla Master Quest di Zelda.
In conclusione…
…Darksiders II, viste le premesse, non poteva che essere un giocone. Potreste essere infastiditi dai difetti grafici o dai leggeri (seppur fastidiosi) bug, ma un gameplay eccellente e un level design perfetto non potranno che farci dimenticare i difetti del gioco. E chissà, magari adesso Vigil Games ci premierà mostrandoci, in Darksiders III, come continuerà l’apocalisse. Per quanto mi riguarda, non ho problemi a valutare Darksiders II con cinque stelle su cinque.