Disgaea è una delle saghe strategiche orientali più amate, conta svariati capitoli su svariate console. Fece il suo debutto su PS2 e PSP e tutti, o quasi, ricorderanno Prinny, il capitolo spin-off uscito su PSP. È insomma un titolo che si è ampiamente fatto strada tra gli amanti di strategici e JRPG, grazie alla sua ironia e la sua profondità di gameplay. Il 20 Marzo in Giappone è uscita l’ultima incarnazione del titolo, Disgaea D2 per PS3, ed è arrivato in terra nostrana il 27 Settembre; il titolo avrà tenuto alto il nome della saga? Dopo approfondite sessioni di gioco siamo pronti a darvi il nostro parere.
Old Style, Dood!
Disgaea D2, seguito di Disgaea: Hour of Darkness uscito nel 2003 su PS2, si apre con una spettacolare introduzione animata, con disegni e animazioni semplicemente favolose e una musica da accompagnamento perfetta. Appena arrivati alla sessione di gioco vera e propria lo stile di disegno e i disegni stessi sono la prima cosa che salta all’occhio del giocatore, come ogni capitolo di Disgaea, da cui il D2 trae stile e grafica. Il level design e character design sono splendidi e molto ispirati; personaggi, nemici e arene sono estremamente curati e il gioco si presenta inoltre bene, fluido e tecnicamente solido, senza cali di frame o problemi di qualsiasi tipo.
Non è solo la musica di apertura ad essere bella e ispirata. Anche la colonna sonora generale è bella e ben fatta, gli abbinamenti di musica e arene sono ottimi, anche se non riesce a convincere appieno invece il doppiaggio inglese, che sebbene sia ben fatto, non convince per la scelta di alcuni doppiatori poco azzeccati, come quello del protagonista Laharl. Niente di grave, ma si sarebbe potuto fare di meglio.
King Krichevskoy’s Son
Sulla trama di questo capitolo di Disgaea non c’è molto da dire, non è sicuramente una trama estremamente complessa o elaborata. Come già accennato impersoniamo Laharl, figlio del Re Krichevskoy che ha ereditato il titolo del padre, diventando Re del NetherWorld, determinato a far valere ad ogni costo la sua autorità come nuovo re, aiutato dal demone Etna, l’angelo Flonne e le solite armate dei Prinny ci ritroveremo in situazioni folli per far dimostrare il potere di Laharl.
My name is Laharl, I’m the Overlord and I do what I want!
L’ironia è uno dei punti forti della saga di Disgaea, e se si mastica bene l’inglese le risate sono sempre assicurate. Difficile non farsi coinvogere da soli o con gli amici durante le sessioni di gioco di D2, con personaggi stravaganti e folli, coinvolti in situazioni al limite del demenziale: una idol è più famosa del re dei demoni? Si parte al suo concerto per menargliele di santa ragione! Angeli che non si svegliano in tempo per vedere i loro anime preferiti, Demoni che cambiano di sesso e che si ritrovano i colori cambiati a causa di un problema nel Netherworld. Sono tante le situazioni comiche e al limite del ridicolo in cui vi ritroverete coinvolti durante le ore che passerete in compagnia di Disgaea D2, ed una cosa è certa: difficilmente riuscirete ad annoiarvi!
Let’s Fight, dood!
Arriviamo dunque al punto cruciale della nostra recensione, quello riguardante il gameplay, e di cose da dire ce ne sono tante, ma andiamo con calma. La struttura di base è quella classica, che da sempre accompagna i fan in ogni capitolo di Disgaea, una struttura strategica a caselle, il tutto diviso in turni con attacchi singoli e combinati, vari ruoli da assegnare ai nostri personaggi. Sono state inserite però alcune novità: possiamo infatti modellare a nostro piacere in maniera ancora più approfondita rispetto ai vecchi capitoli, grazie all’inserimento di nuove classi, nuove armi e la possibilità di utilizzare alcuni dei mostri assoldati come mount per poter fare nuovi devastanti attacchi speciali.
Il gioco è profondo e longevo, i livelli sono come sempre pressochè illimitati, non fa strano vedere nemici con livelli che superano anche il 3000, e se non bastasse la storia principale, già abbastanza lunga di suo, l’item world rende ancora più profonda la struttura di gioco. Ogni oggetto che possediamo nell’inventario ha 30 suoi personali livelli, da affrontare per ottenere oggetti speciali e livellare la nostra squadra.
Il gioco non risulta estremamente difficile, non sono molte le difficoltà che potrete incontrare durante lo svolgimento della trama principale, niente per cui venga richiesta una strategia estremamente complessa, il più delle volte ci si ritrova a menare semplicemente le mani nella maniera più ignorante possibile, il che è un peccato, considerando la mole di personaggi giocabili e di classi e combinazioni disponibili, che vengono alle volte sfruttate pochissimo a causa della facilità del titolo.