Recensione Dishonored

 

Finalmente è arrivata l’uscita del tanto atteso nuovo titolo dei ragazzi di Arkane Studios, Dishonored. Dopo averlo mostrato all’E3 2012 di Los Angeles, gli sviluppatori hanno rilasciato una demo giocabile anche alla GamesCom 2012 di Colonia. Lo staff del Respawn.it si è recato a Colonia quest’anno, e tra le più succulente prove non poteva mancare di certo quella di Dishonored. Provando il titolo lo scorso agosto ci era già parso qualcosa di veramente ben fatto, ma avrà rispettato le aspettative? Scopriamolo insieme.

La storia si ambienta interamente nella città di Dunwall, dove una pesante peste sta decimando l’intera popolazione. Vestiremo i panni di Corvo Attano, la guardia del corpo dell’Imperatrice, accusato ingiustamente di aver assassinato l’imperatrice e di aver nascosto l’unica erede al trono: la figlia Emily. Alcuni capi corrotti dalla voglia di potere daranno l’ordine di rinchiuderci nelle prigioni della città, nelle quali non rimarremo al lungo, dato che alcuni misteriosi “amici” ci aiuteranno ad uscire. Corvo Attano è libero, e il suo unico pensiero è quello di uccidere chi lo ha tradito e trovare Emily.

Nella storia incontreremo tantissimi personaggi, ma colui sul quale ricade la maggior attenzione è sicuramente “L’esterno” una creatura soprannaturale che, a inizio storia, ci donerà alcuni fondamentali poteri, necessari per il perfetto compimento dell’avventura principale. Per attivare tali poteri però, è necessario possedere le Rune, dei talismani che permettono di risvegliare (comprare dall’inventario) tutti i vari poteri ottenuti. E’ possibile trovare questi talismani grazie al Cuore, un oggetto che, una volta equipaggiato, ci indicherà le varie posizioni dove è situata una runa. I poteri sono complessivamente sei: la Visione Oscura, che ci permetterà di vedere attraverso le pareti i movimenti dei nemici, la Traslazione, a mio parere il più importante, che ci permetterà di percorrere lunghe distanze con un semplice scatto, la Possessione, che ci permette di controllare un animale per un breve arco di tempo, la distorsione, che ci permetterà di rallentare o di bloccare il tempo, Branco Famelico che ci permette di dare ordine ad un branco di topi e il ciclone, molto utile per spazzare via il nemico o rompere sottili porte di legno.

Dishonored è uno stealth con visuale in prima persona, scelta molto azzeccata che permette una visuale dello scenario più ampia e più semplice per compiere le varie uccisioni. Il combat system è veramente ben realizzato, e se alcune volte può riverlarsi un pò ripetitivo, riesce ad immedesimare perfettamente il videogiocatore nelle vesti di un assassino professionista. Le tecniche con le quali uccidere un nemico sono inoltre molto varie, particolare che si nota soprattutto se si gioca effettuando uccisioni stealth. Infatti, per mettere fuori combattimento un nemico, ci sono varie soluzioni: potremo, grazie alla traslazione, giungergli dietro senza farci sentire, per poi pugnalarlo con tutta tranquillità; potremo anche colpirlo alla testa con un dardo da balestra, o tramortirlo con un dardo narcotizzante, cosa che non ne causerà la morte e non provocherà un’ulteriore diffusione della peste.

Proprio come in Assassin’s Creed, sarà molto facile spostarsi, senza farsi notare dalle varie truppe di guardia, attraverso tetti e alberi: il level design è davvero realizzato bene per le varie capacità di Corvo. Nella maggior parte dei casi le finestre saranno aperte e sarà  facile entrare nei vari edifici senza causare un inutile “movimento”. Parlando dei vari spostamenti sui tetti degli edifici, è impossibile non parlare delle uccisioni furtive dall’alto, che oltre a netrauilizzare definitivamente un nemico ci permette di non subire alcun danno da caduta, qualsiasi sia l’altezza da cui ci si butta.

Come motore grafico il titolo utilizza l’ Unreal Engine 3 di Epic Games. Conosciamo bene le grandi (e versatili ) capacità dell’ Unreal Engine che anche in questo caso compie più che bene il suo lavoro. Gli ambienti, infatti, sono davvero realizzati alla PERFEZIONE, costruiti in ogni minimo dettaglio e con cura maniacale. Le ambientazioni sono anche molto credibili. Il tutto è reso alla perfezione per rendere Dunwall una città ormai priva di futuro, affetta da tanta povertà e dalla peste. Delle textures dei personaggi non possiamo dire la stessa cosa: quest’ultime risultanto alquanto datate, con contorni affetti da aliasing e animazioni un po’ macchinose. Un piccolo difetto che non toglie punti al voto complessivo della grafica, che è comunque ottima. Una cosa che inoltre mi ha colpito, è stata la quasi completa assenza di pop-up di textures (texture che si caricano in ritardo), cosa che molto spesso si nota nei titoli che usano tale motore.

Per quanto concerne la longevità, non è possibile definire una durata precisa di Dishonored. Il titolo infatti, dura all’incirca tra le 10 e le 20 ore, e il tutto dipende dal metodo con il quale si gioca l’avventura principale. Giocando il titolo come uno stealth, eseguendo anche tutte le missioni facoltative, e raccogliendo tutti gli oggetti presenti nei vari scenari di gioco, la longevità si attesta sulle 20 ore. Mentre giocandolo come un normale action, proseguendo uccidendo schematicamente ogni nemico che si incontra sulla propria strada solo per raggiungere l’obbiettivo, la longevità si attesta sulle 10-12 ore. Comunque Dishonored è un gioco davvero vasto, dato che Arkane Studi0s ha offerto al videogiocatore una libertà di gioco veramente impressionante. Oltre ad andare in giro a fare ciò che vogliamo, possiamo anche uccidere qualcuno dei nostri amici, cambiando ovviamente uno dei possibili finali di gioco. Non è inoltre presente una modalità cooperativa offline o multiplayer online.

Il comparto sonoro generale di Dishonored è davvero ben realizzato. Oltre al rumore degli spari, e di un nemico sgozzato o tramortito, anche il suono dell’acqua e delle foglie è curato alla perfezione. Corvo Attano avrebbe però meritato una voce, come tutti i personaggi dell’avventura.

Commento Finale

Insomma, Dishonored non ha per niente deluso le nostre aspettative, confermando ciò che  abbiamo potuto notare alla GamesCom di Colonia e da tutti i trailer che Arkane Studios ha rilasciato nel corso degli scorsi mesi. Le premesse sono state decisamente rispettate, in un titolo che si distingue nel mondo videoludico odierno non solo per la grande libertà d’azione offerta al videogiocatore, qualcosa di raro al giorno d’oggi, ma anche solo per il fatto di essere una nuova IP in mezzo a tanti sequel/prequel/remake. Le basi per un buon successore ci sono tutte, nonostante la software house sia indecisa tra creare nuove avventure su Dunwall o rendere Dishonored un’esperienza stand-alone.