I ragazzi di Evolution Studios hanno basato la loro carriera su diversi titoli di qualità. Almeno inizialmente. Durante l’epoca Ps2 si sono imposti come perfetti eredi di quel capolavoro che fu Colin Mcrae Rally con il loro WRC Rally Evolved. Wrc è stato uno dei migliori simulatori dell’epoca a 128bit. Cosi perfetto da portare Sony ad aquistare l’intero studio,lanciando cosi una nuova Ip automobilistica sull’allora neonata Ps3.
Il titolo in questione fu MotorStorm, che però subii moltissime critiche. Dal punto di vista tecnico, quanto mostrato nei primissimi filmati decantati come “ingame”, si rivelò essere solo una pessima bufala. O meglio, gli sviluppatori dissero che quanto mostrato era quanto avrebbero voluto realizzare. Il risultato, lo ricordiamo tutti: un Gameplay povero, un sistema di guida non proprio perfetto e un sistema di gioco generale mediocre. I Seguiti di MotorStorm migliorarono nettamente le cose, ma per Evolution Studios i tempi d’oro sembravano essere terminati.
Arrivò Ps4, e con essa la carrellata di esclusive decantate come disponibili al lancio. Tra questi titoli c’era anche Drive Club, ultimo nato in Casa Evo. Studios. Drive Club, sin dalle prime presentazioni aveva l’ambizione di rivoluzionare quelli che erano stati ,sino a quel momento, i racing game. L’obbiettivo era una sorta di equilibrio tra simulazione e arcade con una componente social avrebbe fatto da perno per l’intera produzione, permettendo ai videogiocatori di creare un Club ed essere competitivi online. Tutto questo ben di Dio al lancio di Ps4 però non c’era. Rinviato per evidenti ( e gravi ) problemi tecnici, la gestazione di Drive Club sembrava essersi in qualche modo impantanata. I filmati e le anteprime delle testate giornalistiche mondiali affossavano quelli che erano i sogni di chi attendeva con ansia questo che aveva tutte le carte in regola per essere un vero e proprio gioiello videoludico. La prova su strada, con la relase finale non ha fatto altro che consolidare parzialmente quest’idea.
Gioca il 20%,il restante quando i server saranno online. Chi vi scrive ha rimandato questa recensione per quasi un mese. I motivi di questo ritardo sono dovuti ai problemi che già conoscete, e di cui si è parlato tanto. Alla sua uscita, Drive Club, si è scontrato con un misterioso down dei server di gioco. Questo Blackout mondiale ha interessato (e clamorosamente interessa ancora oggi, anche se a macchia di leopardo) tutta la parte social del gioco e non solo. Ci siamo ritrovati inizialmente a giocare un titolo povero in tutto, grafica a parte.
Se un videogiocatore dovesse acquistare oggi Drive Club, molto probabilmente si ritroverebbe con un gioco che ha dalla sua una componente online (offline) che fa a pugni con l’intera produzione.
Procediamo con calma.
Superato l’impatto iniziale per ciò che riguarda il down dei server, tutto parte in maniera positiva. A bordo di una fiammante Mercedes A-45 Amg ci siamo ritrovati a guidare in quello che era un tutorial introduttivo, guadagnando le nostre prime stelle utili per la modalità “Tour”.
Arrivati al menù principale, ci si ritrova con sole tre opzioni (data la quasi assenza del comparto online).
La prima è il Garage con 50 macchine disponibili, tutte Europee, divise in ben cinque categorie. Ovviamente la maggior parte dei veicoli risulta essere bloccata. Sarà cura del giocatore avanzare di livello e acquistarne/conquistarne di nuove e più potenti.
Presente la personalizzazione delle livree, anche se minima e poco curata.
La seconda opzione è il profilo giocatore. Qui potremo visualizzare le statistiche e i progressi. Nota a parte per gli elogi, obbiettivi ben precisi da effettuare in gara che, alla fine di quest’ultima, forniscono un bonus consistente utile a far salire il livello del proprio pilota. Sbloccando quindi l’accessibilità alle vetture più potenti. Nella sottosezione “Altro” potremo addirittura personalizzare il nostro alter ego, ma anche quest’ultima possibilità di personalizzazione viene vanificata da una povertà dei contenuti imbarazzante nel 2014. Gli altri menù della sezione riguardano le classifiche online, il club di appartenenza e le varie sfide che si andranno via via a creare. A patto di essere riusciti ad entrare nei server Evolution. Cosa più unica che rara.
Infine l’ultima sezione a disposizione se non siete connessi ai server: “Guida”.
Questa rappresenta il cuore pulsante di DriveClub. Ma purtroppo anche questa viene letteralmente azzoppata dalla mancanza del multiplayer. Nonostante nell’ultimo periodo questa questione sia nettamente migliorata, siamo riusciti a giocarci ad intermittenza.
Comunque , avremo a disposizione la modalità “Eventi Singoli”, con 55 tracciati disponibili in circa 27 location mondiali. Avremo a disposizione gare, prove a tempo e derapate. Tutto nella norma, insomma. Il single player trova la sua massima espressione nella modalità “Tour”. Una sorta di carriera in cui il nostro obbiettivo sarà essere i vincitori in ogni ambito, cumulare esperienza, avanzare di livello ed essere sempre più competitivi con auto sempre più veloci.
Avremo i medesimi eventi presenti nelle gare singole, ma per avere la vittoria dalla nostra non basterà essere in cima al podio. Avremo in più anche degli obbiettivi (più o meno ostici) da coprire. Ogni gara eseguita in maniera perfetta ci darà un numero variabile di stelle (questo dipende dal tipo di evento e degli obbiettivi presenti). Il totale di queste stele è 225, e gli eventi si sbloccheranno via via che le avremo conquistate. Nel proseguo della carriera non sarete gli unici ad essere più competitivi. Anche i vostri avversari, comandati dalla CPU, diventeranno più ostici e combattivi. Proprio a proposito di questo, alcuni si sono lamentati del troppo ostruzionismo che la CPU tende a fare durante le gare. A nostro avviso è quanto di più bello si possa vedere in un videogioco.
Ci si è sempre lamentati dei binari invisibili che padroneggiavano (e padroneggiano ) in mostri sacri come Gran Turismo, e per una volta che l’intelligenza artificiale si comporta come un umano, perché denigrarla? Comunque, il bilanciamento della difficoltà e ben calibrato, e non sarà facile uscire vittoriosi nella categoria Iper, a bordo di una Pagani o Zonda che sia. Il modello di guida risulta molto interessante e vario. Potremo avere diversi tipi di approccio ai tracciati, a seconda dell’auto che utilizzeremo. A penalizzare questa buona features c’è il sistema di penalizzazioni. Molto spesso approssimativo e privo di qualsiasi logica. Pronto a penalizzarci per uno scontro non dettato da noi, o per una curva tagliata di pochi centimetri.
Accendi i motori, si va Online.
Dopo aver atteso, e dopo tante peripezie, siamo arrivati a conoscere anche noi quello che è il mondo online di Drive Club. Accedere al gioco e vedere ogni sezione illuminata perché online sui server, ci ha fatto piangere di gioia.
Durante gli eventi Tour, a patto di essere connessi, abbiamo cominciato a racimolare fama anche per il nostro club (che può contenere un massimo di 6 persone). Inoltre, durante le gare, si sono palesati record da battere in diverse sezioni di un tracciato, relativo ad un altro avversario umano. Del tutto simile a quanto avviene con gli obbiettivi degli eventi Tour.
Comunque, una volta online potremo scegliere di cimentarci in un evento stabilito dagli sviluppatori, o in semplici gare sia tutti contro tutti che a squadre. Tutto molto affascinante e adrenalinico. Sino a quando non vieni sbattuto fuori dal match-making in maniera del tutto casuale e assolutamente imbarazzante. Ecco, questo abbassa di molto la qualità dell’esperienza. Nonostante Evolution sia ancora a lavoro sui problemi che ancora sussistono, è assolutamente illogico che tutto ciò accada ad un videogiocatore pagante che usufruisce di un bene comprato al 100% e che in realtà dimostra di valere molto meno.
Nonostante questi problemi, il divertimento passa comunque in pochissimo tempo. Gli eventi proposti online non sono quella grandissima rivoluzione che ci si aspettava. La componente social è privata di qualsiasi HUB dedito a questo. E’ impossibile comunicare con i compagni del nostro club direttamente dal gioco. Assolutamente impensabile, vista la natura dello stesso.
Inoltre non potremo sfidare direttamente una determinata schiera di videogiocatori. Tanto per intenderci, non esiste alcun filtro che limiti le gare con player scorretti che hanno come unico obbiettivo quello di trasformare la stessa gara in un evento molto più simile a Bornout che altro.
Dubitiamo che la situazione possa risollevarsi sotto questo punto di vista. Oltre al problema dei server, il gioco presenta un impianto molto semplicistico e scialbo.
Il comparto che sembra aver giovato ai ritardi del titolo è proprio quello grafico.
Dimenticate quanto visto all’E3 2013. Il Drive club che ci si presenta di fronte è un gioco che fa vedere gli attributi della “macchina” su cui gira.
Modelli delle auto che presentano un numero enorme di poligoni, oltre ad effetti di luce impressionanti e realistici. Dettali a bordo pista curati in maniera certosina. Abitacoli delle auto riproposti in maniera fedelissima, polvere, giochi di luce, oggetti in movimento. Insomma, Drive Club graficamente si presenta come un titolo Next Gen a tutto tondo. Scenari evocativi e ben strutturati, Frame rate ancorato ai 30fps e una risoluzione nativa a 1080p. Unica nota negativa in tutto questo ben di Dio è la fisica degli impatti. Poco realistica nel complesso.
Buona la campionatura degli effetti, con un rombo dei motori vario e quasi sempre realistico. Colonna sonora invece appena sufficiente, con tracce poco evocative e non completamente in linea con lo spirito di gara. Se siete amanti dei volanti da guida, sappiate che non c’è trippa per gatti. Gli unici due volanti compatibili sono di Thrustmaster. Ossia il T80 e il T300RS.
Altra limitazione, altra delusione.