Recensione Final Fantasy Type 0 HD
Fabula Nova Crystallis è stato il più autorevole e ambizioso progetto portato avanti da Squaresoft sino ad oggi. Il tredicesimo capitolo della fantasia finale si ergeva apparentemente maestoso sotto qualsiasi punto di vista.
Seguendo la scia di quanto fatto con Final Fantasy X, prima, e X-2 poi , Square Enix rilasciò capitoli diversi ambientati nel medesimo universo di gioco.
L’obbiettivo era donare profondità all’orizzonte di gioco, ma tutto sfumò sotto scelte sbagliate della stessa Square, con giochi non all’altezza dei predecessori.
I titoli sarebbero dovuti essere FFXIII (FFXIII-2; FFXIII – Lightning Returns); FF AGITO; FF VS.
Il secondo cambiò nome in FF Type 0, uscendo per PSP in Giappone nel 2011. Il terzo invece sparì completamente dalla circolazione , tornando solo un anno fa annunciato come capitolo a sè stante e diventando ufficialmente Final Fantasy XV.
Proprio Type 0 però, tra i tre, ebbe riscontri positivi sia da pubblico che dalla critica.
E nonostante tutti si aspettassero una conversione per PSvita, Square annunciò il ritorno di Type 0, e la disponibilità fuori dai confini Giapponesi, in pompa magna per console di prossima generazione PS4 e Xbox One.
Una veste grafica completamente rivista, gameplay raffinato e una demo del prossimo FF XV.
Basterà tutto questo?
Classe 0, a rapporto
Facendo parte dell’universo Fabula Nova Crystallis, Type 0 si colloca cronologicamente anni prima di FF XIII, costruendo cosi le fondamenta per quella che sarà l’avventura di Lightning e compagni. Saremo messi al comando di un’intera classe di 14 ragazzi: la classe 0 dell’Akademia di magia. L’Akademia rievoca ricordi che portano la firma di Squall Leonhart e di FF VIII. Le somiglianze però si limitano all’atmosfera, il resto è completamente diverso. Ognuno dei 14 cadetti ha una propria caratterizzazzione, ed ha il proprio ruolo all’interno della vicenda. La trama ruota attorno a quattro regni, in pace tra di loro grazie ad un patto.
Come di solito accade, l’equilibrio si rompe quando il generale CID, dell’impero Milites, decide di attaccaare l’Akademia.
L’inevitabile caos che ne deriva dà il via ad una storia intrigante, ricca di colpi di scena e assolutamente stupenda.
I temi trattati di volta in volta sono vari e sempre interessanti. È difficile credere che un gioco di simile portata sia stato rilasciato per una portatile. Eppure, al tempo, PSP fece girare (pur con le ovvie limitazioni tecniche) un giocone qual è Final Fantasy Type 0. Ma andiamo per gradi.
La storia di questo JRPG ci viene narrata attraverso sequenze pre-renderizzate con il motore di gioco e immagini statiche con voce narrante. Il finale poi è il culmine di tutto, non deludendo le aspettative.
Tutti insieme appassionatamente
Type 0 ovviamente non è solo trama. In questo remake troviamo un gameplay ricco, e affinato sotto tanti aspetti.
La nostra crescita è scandita dal ritmo serrato delle missioni principali. L’Akademia sarà il nostro quartier generale. Proprio da qui potremo avviare le missioni principali da portare a termine. Tra una missione principale e l’altra avremo a disposizione del tempo, detto anche tempo di preparazione. Nell’arco di questo tempo potremo prendere in carico missioni secondarie, o semplicemente parlare con i nostri compagni di Akademia.
Queste azioni ci serviranno ad aquisire maggiore esperienza per far accrescere i nostri personaggi e acquisire oggetti fondamentali per la buona riuscita delle missioni. Parlando con i nostri compagni , segnalati opportunamente da un punto esclamativo verde, ci vengono decurtate 2 ore.
In questo caso, le ore che passano tra una missione e l’altra sono da intendersi come una sorta di moneta di scambio.
Se poi accettiamo una delle missioni secondarie fuori dall’accademia, uscire da quest’ultima ci costerà ben 6 ore.
È utile quindi programmare per bene le ore a disposizione, così da compiere missioni secondarie, seguire le lezioni in classe (che di volta in volta aumenteranno le nostre statistiche e le nostre conoscenze nei vari ambiti attraverso upgrade sempre graditi), eseguire delle missioni strategiche o di dogfighting (combattendo su una nave volate).
Le cose da fare in Type 0 sono davvero sconfinate. Sarrebbe davvero un peccato tirare dritto lungo la trama principale e non godersi ogni singolo anfratto del gioco.
In bilico tra passato e futuro
Non aspettatevi uno stile di combattimento classico. Final Fantasy Type 0 si avvicina moltissimo alla formula nata con Yuna e FF X-2 , e perfezionata poi da Crisis Core.
Nonostante ci sia una tempistica di ricarica in merito alle skill utilizzate, non esiste nemmeno l’ombra del combattimento a turni dei precedenti capitoli.Il titolo si presenta con una fortissima componente action, con quattro abilità mappate a dovere sui pulsanti frontali.Le magie consumano MP e gestiremo un solo personaggio, mentre gli altri due vengono manovrati direttamente dall’IA.
I personaggi restanti restano come riserve, e possono essere richiamati quando qualcuno del nostro party passa a miglior vita. Il game over giunge solo quando tutti i componenti del team vengono sconfitti.
Tramite i punti di salvataggio però, possiamo sia cambiare i membri in attivo, che richiamare i membri già morti (solo se in possesso delle piume però).
Per gestire al meglio le battaglie contro i nemici multipli che di volta in volta incontreremo, ci viene in aiuto il sistema di targeting. Tramite il pulsante dorsale prescelto dall’utente, potremo centrare la nostra visuale su un determinato nemico, concentrandoci così sulla sua eliminazione.
Inoltre potremo provocare danni maggiori, o in casi specifici la morte instatanea, tramite il Kill Sight. Durante la focalizazzione del target, lo stesso potrebbe diventare rosso o giallo, permettendo danni maggiori se colpiti col giusto tempismo.
Il Kill Sight quindi, se usato al meglio, permette di avere la meglio su un nemico magari più forte del nostro team.
Nonostante l’ottimo sistema di combattimento, c’è un elemento che purtroppo vien fuori dopo svariate ore di gioco: la ripetitività. Livellare tutta la squadra richiederà ore su ore di battaglie nel mondo di gioco e attraverso le missioni principali. Questo perchè le missioni secondarie e il semplice interagire con i personaggi dell’Akademia, ci donerà semplicemente oggetti e non punti EXP. Proprio a questo proposito FF Type 0 si rivela essere un gioco non facile.
Tenere conto delle abilità di ogni componente della classe, delle magie, e delle abilità sbloccabili non sarà facile.
Livellare sarà sempre e comunque obbligatorio, se vorrete avanzare nella storia. La difficoltà è comunque abbastanza elevata. E non è uno svantaggio, anzi. L’unica nota dolente è che per avanzare di livello, bisognerà ripetere le medesime azioni sino allo sfinimento. Il risultato sarà soddisfacente, ma il mentre potrebbe stancare.
Final Fantasy…sei tu?
Gli elementi cardine della serie, sono tutti presenti in FF Type 0.
Nonostante il sistema di combattimento sia davvero rivoluzionario per la serie (e FF XV attinge a piene mani proprio da quest’ultimo), in esso ritroviamo tante feature che appartengono da sempre alla fantasia finale.
Troveremo gli Esper, sfruttabili nelle missioni principali. Quest’ultimi però, a differenza di quanto accadeva in passato, se utilizzati precludono la morte dell’invocatore (mentre in passato, se l’esper veniva sconfitto il suo evocatore tornava in battaglia). La potenza degli esper è comunque davvero enorme, compensando così l’eventuale morte dell’invocatore. Un’altro ritorno gradito è la World Map (e anche in questo caso, i riferimenti ai vecchi FF sono palesi). Questa però non presenta chissà quale segreto, limitandosi a segnalare i luoghi e le città presenti nelle varie regioni, nemici colossali e chocobo sparsi per la mappa.
Proprio i chocobo, come in passato, sono utili per muoversi più velocemente nella mappa, ed evitare le battaglie casuali (altamente sconsigliato). I chocobo possono essere allevati all’interno della scuderia dell’Akademia.
Presenti in dose massiccia anchei simpatici Moguri, sempre pronti a fornirci aiuti e informazioni importanti.
PSP Vs Next Gen
L’annuncio di FF Type 0 su console di nuova generazione ha spiazzato tutti.
Quando cominciarono a circolare i rumor su un eventuale ritorno di Type 0, in tanti si aspettavano PS Vita come destinazione. E invece Square volle fare il colpo grosso, annunciandolo per PS4 e Xbox One.
Facendo una piccola riflessione, se portare vecchie glorie “Remastered” dall’era X360 e Ps3 (o addirittura ps2) fosse comunque abbordabile (con gli ovvi limiti tecnici e texture in bassa definizione), come sarebbe stato un titolo tratto addirittura da una portatile come PSP? Il porting non è stata un’impresa facile, e il risultato è alla portata di tutti.
Nonostante i potenziamenti al sistema d’illuminazione, completamente rivisto e potenziato rispetto a PSP, nonostante gli elementi grafici in alta definizione, gli scenari come l’Akademia, i modelli poligonali completamente rifatti per i protagonisti e alcuni mostri, nonostante tutti i miglioramenti, Final Fantasy Type 0 mostra anche troppo la sua natura ormai avanti con gli anni. Alcuni scenari esterni (come quelli delle città) finiscono per somigliarsi, e sono scarni sotto l’aspetto architettonico, con una mole poligonale davvero infima. Il risultato, nel complesso, è un gioco che ha rifatto il lifting con del botulino. I miglioramenti ci sono, ma sono fusi tra texture in alta definizione e altre di infima fattura. Sotto il profilo tecnico quindi non basta la risoluzione di 1080p e una fluidità assurda a promuovere pienamente questo comparto. I filtri grafici ed il sistema di illuminazione aiutano a far notare meno queste magagne grafiche che, ad un occhio attento, appariranno davvero sgradevoli a vedersi. L’altro grande limite di Type 0 è la natura portatile del suo gameplay. Per gestire al meglio quelle che erano le necessità tecniche di PSP, le aree sono segmentate in piccole parti. Tutto questo spezza la frenesia dei combattimenti, e ci fa assistere a dei caricamenti tra area e area (seppur comunque veloci). Infine, la telecamera. Molto spesso vi ritrovere ad imprecare con quest’ultima che spesso durante i combattimenti si incastrerà in uno degli elementi dello scenario e vi darà non pochi grattacapi. La situazione migliora durante l’esplorazione della mappa, anche se è comunque consigliato lasciare alla CPU il compito di muoverla. Nota di merito alla difficoltà, ben bilanciata e costituita dai classici Facile, Standard e Difficile.
La longevità si attesta sulle 9 ore totali se ci limitiamo alla sola campagna principale. Ma il nostro consiglio è di godere appieno di tutto il mondo di Type 0, esplorandolo sino in fondo. Assolutamente stupendo il comparto sonoro, con una colonna sonora memorabile e azzeccata in ogni momento.