Recensione Game of Thrones: A Telltale Game Series – Season One
Telltale Games è una delle poche software house che riesce a polarizzare in modo diametralmente opposto il giudizio dei videogiocatori. C’è chi ama i titoli di Telltale, e chi fa fatica addirittura a chiamarli videogiochi. Il fulcro di questo conflitto si trova proprio nello stile dei giochi Telltale: si tratta sempre di film interattivi ed episodici, il più delle volte basati su licenze amate dal pubblico (The Walking Dead, Back to the Future, o il più recente Minecraft). Fa parte di questa categoria anche Game of Thrones, basato chiaramente sulla serie tv omonima, a sua volta tratta dalla saga cartacea Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin.
Con il sesto episodio (The Ice Dragon) disponibile dal 17 Novembre, Telltale Games ha chiuso la Season One di Game of Thrones, completando la storia iniziata esattamente un anno fa con il rilascio del primo episodio: Iron From Ice (tra l’altro, attualmente gratuito per tutte le piattaofrme).
Sebbene sia possibile giocare la Season One anche essendo a digiuno della serie TV, è comunque altamente consigliato averla vista almeno fino alla quarta stagione (non solo per evitare spoiler, ma soprattutto per evitare di perdersi nell’enorme e spaventosa mitologia di Game of Thrones).
L’avventura ci metterà nei panni della casata Forrester, alfieri degli Stark e Lord di Ironwrath, roccaforte sita nel Nord del Continente Occidentale. In particolare, vestiremo i panni di Gared, scudiero dei Forrester inviato alla Barriera; Mira, figlia di Lord Forrester e ancella di Lady Margaery ad Approdo del Re; Asher, figlio di Lord Forrester esiliato ad Essos; e Rodrik e il resto della famiglia Forrester, che cercheranno di difendere Ironwrath dai rivali Whitehill, sostenuti da Roose Bolton e suo figlio Ramsay.
Impossibile restare indifferenti alle vicende che si dipaneranno nel corso dei sei episodi. La storia è assolutamente immersiva, scritta bene e diretta meglio. In alcuni frangenti non ha assolutamente nulla da invidiare allo show cui si ispira, forse grazie a svariati personaggi del cast che hanno prestato le loro voci per doppiare i rispettivi personaggi che compaiono nel gioco (in particolare, incontreremo Tyrion, Cersei, Jon Snow e Daenerys, oltre ai già citati Ramsay Snow e Margaery).
Come al solito per quanto riguarda i titoli Telltale, il grosso del gameplay sarà relegato ai vari dialoghi in stile GDR con varie possibilità di risposta, che in determinati casi (purtroppo non così spesso) potranno far divergere la storia. Gli eventi quindi si potranno evolvere in modi diversi, che punteranno però ad un epilogo molto simile, che si differenzia dagli altri possibili scenari per pochi dettagli. Inoltre, seppur tutti i finali siano assolutamente spettacolari, alla fine della fiera, l’episodio 6 lascia con un senso di incompletezza disarmante, dovuto all’epilogo lasciato fin troppo aperto, seppur con un cliffhanger niente male per la Season Two. Per il resto, il gameplay si dividerà tra brevissime scene esplorative, ed altrettanto brevi sequenze in quick-time event, dalla difficoltà praticamente inesistente (considerando anche che una volta sconfitti, dovremo riprendere il QTE da dove lo avevamo lasciato, quasi a sottolineare l’inutilità del Game Over in questo gioco). Addirittura in alcuni casi è possibile sbagliare senza incombere in conseguenze.
Come già detto, La Season One di Game of Thrones si compone di sei episodi. La longevità di ogni episodio si attesta sulle 2-3 ore. In rapporto al prezzo (circa 5€ per episodio, con il season pass che costa circa 25€), si tratta di una longevità abbastanza equilibrata.
Tecnicamente, il gioco è sullo stesso livello degli altri titoli Telltale, con uno stile fumettoso che però riesce a catturare sorprendentemente bene la violenza degli eventi (per quanto possibile), ed a restituire una mimica dei personaggi piuttosto soddisfacente. Parliamo comunque di una grafica datata, per un titolo che è poco più di una lunga sequenza cinematica. Anche la possibilità di poter scalare il gioco per poterlo giocare su Android così come su Playstation 4 dovrebbe darvi un’idea delle prestazioni grafiche del titolo (ma anche dell’encomiabile lavoro di ottimizzazione svolto da Telltale, ovviamente).
Il doppiaggio è assolutamente da promuovere. La recitazione delle voci è convincente e non sono presenti scivoloni. Un vero peccato, però, che sia disponibile solo in inglese, con la possibilità di inserire sottotitoli, ma anch’essi in inglese. Il gioco manca infatti di una localizzazione in qualsiasi altra lingua che non sia l’inglese, e si tratta di un deficit abbastanza importante: trattandosi praticamente di un film in sei parti (col grosso del gameplay improntato sul partecipare a dialoghi), la mancanza di localizzazione preclude totalmente la fruizione del titolo ai non anglofoni.
Pro
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Contro
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