Recensione Infamous: First Light
Al lancio di Playstation 4 non si poteva contare un numero elevato di titoli qualitativamente importanti. Tra questi spiccavano però delle esclusive niente male tra cui Killzone Shadow Fall (qui trovate la nostra recensione) e Infamous: Second Son (uscito però il 21 marzo 2014, qui trovate la recensione).
Proprio Second Son si rivelò essere uno dei primi titoli a mostrare i muscoli del quarto monolite di casa Sony, con una pulizia grafica senza pari, una trama appassionante e un mondo di gioco vasto e vario (nonostante fosse afflitto da ripetitività e da piccoli problemi di frame rate).
A distanza di svariati mesi dall’uscita di Infamous Second Son, ecco arrivare un DLC Stand-Alone.
Questo significa che non è propriamente un DLC, ma un gioco a se stante, nonostante appartenga al medesimo filone di Seacond Son. Il mondo di gioco è quasi il medesimo visto nel capitolo principale, mentre la trama riprende e approfondisce alcuni lati nascosti di un personaggio davvero riuscito, anche se secondario: Fetch. Fetch è, tanto per intenderci, la ragazza che riesce a muoversi alla velocità della luce (o quasi) sprigionando colori stroboscopici. Una vera goduria per gli occhi, e assolutamente letale in tutto. La trama di First Light si divide in due momenti ben distinti. Ambientata due anni prima del capitolo principale, saremo messi al corrente di ciò che davvero è accaduto alla ragazza e a suo fratello Braid.
Lo stile di gioco è identico al capitolo principale, con missioni principali e secondarie. Ritroveremo la Seattle di Second Son, o almeno la maggior parte. Nonostante la mappa di First Light sia da sè imponente, risulta essere castrata rispetto a quella vista con Delsin Rowe in Second Son.
Niente paura però, la formula di gioco è sempre la medesima, e funziona ancora perfettamente. Ovviamente, per ciò che riguarda i poteri, partiremo come sempre da zero. Avanzando di missione in missione raccoglieremo i punti necessari a rimpolpare il nostro arsenale di mosse. Dalla levitazione in volo ai colpi critici a mani nude (correlati da calci e schiaffi), etc.
Nonostante i poteri disponibili di Fetch siano quasi simili a quelli utilizzati da Delsin in Second Son, la velocità d’azione è stata migliorata con salti stratosferici e tanto altro ancora. Nonostante questo però si sente quel non so chè di insipido. Quello che più manca, per chiunque avesse giocato al fratello maggiore Second Son, è la varietà dei poteri messi a disposizione di Delsin. Questi infatti aggiungevano una varietà nello svolgimento delle missioni non indifferente.
Questo DLC rappresenta pertanto una buona occasione per spendere quelle poche ore di gioco disponibili, ma non riesce a prendere mai davvero il videogiocatore. È presente anche una nuova modalità. Una specie di arena dove Fetch potrà compiere delle prove di abilità che trasformano il gameplay in un “quasi” sparatutto in terza persona.
Curdun Cay sarà la nostra arena, e avremo tre livelli di difficoltà e due obbiettivi primari: Sopravvivere e Salvare gli ostaggi. Le kill concatenate faranno alzare il nostro punteggio, che andrà a moltiplicarsi a dismisura ad ogni ondata di nemici che ci farà visita. E tutto questo sarà inserito in diverse classifiche. La chicca in tutto questo è rappresentata da Delsin. Avete capito bene. In questa modalità, se avete acquistato anche Infamous Second Son, avremo Delsin come personaggio giocabile. E questo non è poco. Infine, questa modalità abbozza uno stile di gioco “alla sparatutto” che non guasta. Diverte e si lascia giocare, ma non rappresenta assolutamente il top del genere né mette nuove basi allo stesso.
La longevità si assesta sulle 5 ore per finire la modalità principale. Mentre per spolparlo per bene e completare tutto ciò che riguarda l’arena e le missioni secondarie ci impiegherete circa una decina di ore in totale.