Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, che per comodità da qui in poi chiameremo soltanto Oceanhorn, è un titolo adventure pubblicato inizialmente, circa due anni fa, su device Apple, per poi giungere sui monitor dei nostri PC solamente da qualche giorno. Oceanhorn non è Zelda, chiariamolo subito; o meglio, non riesce ad essere Zelda. I richiami con la nota serie Nintendo , e in particolare con il capitolo pubblicato su GameCube e WiiU: Wind Waker, sono talmente forti da lasciare spiazzati la prima volta che si approccia a questo titolo. Purtroppo, come già detto, usare uno stile grafico cartoon, la meccanica esplorativa delle isole e adottare un’interfaccia pressoché identica al tipico “gioco Zelda”, non rende Oceanhorn un capolavoro. Infatti, dopo lo spiazzamento iniziale, si capisce subito che l’ambizioso Oceanhorn è di tutt’altra pasta. In pochi minuti di gioco ci si rende conto che il titolo è pieno di difetti che, alcuni più, altri meno, ne minano seriamente l’esperienza di gioco.
Finita questa brevissima premessa cominciamo subito ad analizzare Oceanhorn e direi, per bontà mia, di iniziare con i punti forti di questa produzione:
Oceanhorn è accessibile ad una larga fetta di pubblico. Il fatto che sia stato pubblicato inizialmente su iPhone e iPad è indicativo del resto, in quanto non richiede configurazioni esose per essere giocato, non costa molto (15 euro su Steam) e mette a disposizione un’avventura dal gameplay semplice e immediato. Graficamente il titolo è molto piacevole, seppur non al passo coi tempi, mettendo in mostra una paletta di colori molto vivaci e accesi; un po’ come nel più classico stile Nintendo per intenderci. Il mondo di gioco è composto da piccole isolette sempre sulla falsa riga di Wind Waker e dobbiamo ammettere che la varietà e le scelte di game design, le rendono piacevoli da esplorare.
Il rovescio della medaglia di un titolo così accessibile, è che questo porta ad una piattezza notevole nel gameplay e già dopo qualche ora di gioco, la noia comincia a farsi sentire.
C’ERA UNA VOLTA IN UN’ISOLA LONTANA
La trama di Oceanhorn è quantomai banale e viene introdotta tramite gli incubi del protagonista, nei quali vede suo padre sparire nella notte per poi rendersi conto di dover salvare il mondo. Parlare di una vera propria trama è quindi decisamente sbagliato, l’esplorazione non è collegata al motivo per cui il nostro protagonista decide di “prendere” la via del mare, ma semplicemente, a causa di forze maggiori, ci troveremo a dover visitar prima un’isola piuttosto che un’altra solamente per ottenere un oggetto o un potenziamento utile. Questa mancanza di filo narrativo in Oceanhorn potrebbe essere il primo fattore a portare un videogiocatore ad abbandonare il titolo.
Ad aumentare le probabilità che il gioco venga cestinato, troviamo un sistema di controllo che rende Oceanhorn un titolo QUASI frustrante: il personaggio infatti sarà libero di muoversi in tutte le direzione ma, se eseguiremo uno scatto veloce si metterà a correre nella direzione verso cui era rivolto. Capiamoci subito, non è una problematica che generalmente considererei grave ma, mentre in un survival horror le limitazioni di movimento sono studiate per amplificare il senso di impotenza nel videogiocatore, in un titolo di avventura come Oceanhorn, in cui l’esplorazione gioca una parte determinante nell’economia del titolo, non deve esserci alcuna limitazione nei controlli. A questo dobbiamo aggiungere l’impossibilità di saltare o arrampicarsi, da cui se ne ricava un’esperienza esplorativa guidata dalle scelte dei Game Designer, senza possibilità di usare la fantasia nel cercare “nuove vie” o zone segrete. Se cercate un titolo in cui perdere ore nell’esplorazione degli scenari, vi consiglio subito di chiudere la recensione e di evitare il gioco.
Il sistema di combattimento di Oceanhorn è solamente abbozzato, “fendente-parata” è il modo per riassumerlo al meglio. Non vi sono altre sfumature nel combat system di questo gioco, i nemici sono decisamente semplici da sconfiggere e nella maggior parte dei casi non danno grossi problemi per sbarazzarsene. Le Boss fight, sorprendentemente, riescono a dare soddisfazioni; malgrado non siano anch’esse particolarmente complicate, spiccano per varietà e genialità (oddio, forse geniale è un po’ troppo) e, sfruttando i potenziamenti forniti al personaggio, riescono almeno a dare un senso al tempo speso per completare l’esplorazione di un dungeon.
Il mondo di gioco, come detto sopra, è decisamente ben realizzato (e ben pensato). Per quanto non sorprenda per originalità (si, c’è l’isola desertica e l’isola gelata) i vari ambienti sono realizzati a regola d’arte e riescono a diversificarsi tra di loro senza dare mai la sensazione di “già visto”. Il grosso problema del mondo di gioco sono purtroppo gli spostamenti tra le isole; scordatevi infatti gli emozionanti viaggi per mare di Wind Waker, su Oceanhorn la rotta è fissa, non ci si può spostare liberamente e non è skippabile. La scelta folle di non rendere “saltabili” i viaggi, unita col bisogno di spostarsi frequentemente tra le isole anche solo per essersi dimenticati un dialogo, rende il mare il fattore più frustrante di Oceanhorn; mica male per un gioco ambientato in un oceano!
…ALMENO È BELLO…
Tecnicamente Oceanhorn è realizzato discretamente bene: visivamente offre un colpo d’occhio piacevole (per quanto la telecamera fissa ne nasconda le imprecisioni e le textures a bassa risoluzione). La paletta di colori scelta aiuta a nascondere un lavoro nato per “girare” su device mobile e mai più ritoccato, anche se ce ne sarebbe stato bisogno visto quanto possiamo ammirare al giorno d’oggi sui nostri PC. Ovviamente anche qua c’è del marcio: molti utenti su Steam hanno riscontrato gravi problemi di Frame Rate e, anche il sottoscritto, ha notato una certa instabilità generale non giustificabile per la quantità di risorse che dovrebbe utilizzare un titolo del genere. Il comparto audio non si distingue in quasi nulla, gli effetti sonori sono “classici” e i temi musicali, per quanto orecchiabili, sono dimenticabili.
Dopo questa carrellata di problemi che affliggono Oceanhorn, è giunto il momento di parlare del primo (forse vero e unico) problema di questo titolo:
OCEANHORN NON è UN GIOCO PER PC. Su un tablet fa la sua porca figura in tutto e, per l’esperienza di gioco che si cerca su un device mobile, è un ottimo passatempo quando si è fuori casa. Ma su PC tutti i suoi difetti vengono a galla e quest’ultimi, decisamente più vistosi e numerosi dei pregi, non permettono a Oceanhorn di poter essere considerato un titolo sufficiente. Se non fosse per il prezzo contenuto saremmo stati anche molto più pesanti.
REQUISITI DI SISTEMA:
MINIMI
- OS: Windows 7
- Processor: 1.7 GHz Dual Core or faster
- Memory: 1 GB RAM
- Graphics: DirectX 10 compatible, 256 MB VRAM
RACCOMANDATI
- OS: Windows 8
- Processor: 2.2 GHz Dual Core or faster
- Memory: 2 GB RAM
- Graphics: DirectX 10 compatible, 512 MB VRAM