Era il lontano 1997, quando in Giappone si apprestava ad uscire sulla rivista nipponica Shonen Jump, One Piece. Nato dalla geniale mente di Eichiro Oda, One Piece sarebbe diventato uno dei manga più seguiti nella storia. Ed era il Novembre 2001 quando, per la prima volta, molti di noi posavano gli occhi per la prima volta, grazie alle reti televisive italiane, su One Piece.
Arriviamo infine ad oggi. One Piece è diventato un punto di riferimento per molte persone che leggono fumetti e nei videogiochi si è già fatto ampiamente strada su varie piattaforme, ma focalizzandoci sulla piattaforma che ospita il gioco che mi appresto a recensire (Playstation 3), citiamo One Piece: Pirate Warriors, datato 2012, che ha suscitato pareri positivi in moltissimi fan della saga. L’oggetto di questa recensione è però il suo seguito, ovvero One Piece: Pirate Warriors 2.
Ci troviamo in mezzo a una battaglia, si aspetta il momento giusto e…. Via! Tramite un tornado in mezzo al mare veniamo trasportati a Skypiea: l’isola nel cielo, e ad aspettarci troviamo Ener, il Dio del Fulmine. La nostra agguerrita ciurma capitanata da Monkey D. Rufy riesce a sconfiggere il possente nemico, ma proprio prima di andare via, Rufy prende dall’isola un misterioso Dial (un aggeggio a forma di conchiglia). Quello stesso Dial sarà l’inizio e il perno centrale della storia che One Piece: Dream Story, modalità principale del gioco, narrerà durante i suoi numerosi capitoli di gioco.
Supervisionata direttamente dal Maestro Eichiro Oda, la semplice ma efficace trama di One Piece: Pirate Warriors 2 si distacca sia dall’opera originale sia dal primo capitolo del gioco, narrando di una guerra tra pirati e marines, divisi in tre alleanze. Il motivo di tutto ciò è chiaro: evitare il più possibile anticipazioni a chi ancora non avesse raggiunto alcune parti del manga o dell’anime.
Nonostante una generale confusione che si viene a creare su schermo, a causa della enorme mole di personaggi che ci vengono presentati, ma anche a causa di alleanze che si sfaldano o che si creano, la trama riesce comunque a filare liscia e godibile, riuscendo a sorprendere anche i lettori più accaniti del manga.
Come il suo predecessore, One Piece: Pirate Warriors 2 si mantiene sul classico stile di gioco musou, genere molto caro ai colleghi videogiocatori orientali. Il musou ha una struttura semplice: numerosi nemici su schermo da picchiare (selvaggiamente), aree strategiche da conquistare, e Boss e Mini Boss da battere. Piuttosto semplice ed efficace fin qui, ma ciò che risalta maggiormente in questo tipo di giochi, è sicuramente la marcata ripetitività del gameplay, elemento caratteristico del gioco largamente criticato.
Sebbene il primo videogioco dedicato alla saga di One Piece su PS3 riuscì a svecchiare il gameplay, aggiungendo in maniera intelligente fasi platform che spezzavano la monotonia, il nuovo capitolo sembra in qualche modo voler fare un passo indietro. È stata purtroppo eliminata qualsiasi fase aggiuntiva che potesse spezzare la monotonia di gioco, portando il giocatore a ripetere miliardi di volte le stesse identiche cose capitolo dopo capitolo. È senza ombra di dubbio normale la ripetitività, specie considerando il genere di gioco a cui appartiene One Piece: Pirate Warriors 2, ma gli sviluppatori hanno deciso di rincarare la dose, inserendo poco saggiamente nemici presi direttamente dal cast, che, con respawn improvvisi e oltremodo insensati, ci ritroveremo a dover sconfiggere fino a 3 volte per ogni parte del capitolo. Mi sento anche in dovere di spendere due parole sulla totale assenza di interazione con l’ambiente di gioco, un vero peccato, si sarebbe potuto fare molto di più per rendere il tutto più vario e interessante.
Nonostante, come già ribadito, la monotonia la faccia da padrona, One Piece: Pirate Warriors 2 riesce comunque a sorprendere. Il gioco risulta veramente divertente sotto ogni punto di vista, il cast di personaggi utilizzabili è ampio e nettamente vario, ogni personaggio ha mosse personali e variegate, la lista di combo è stata ampliata rispetto al primo capitolo, e la personalizzazione del personaggio è diventata più profonda: con le solite monete “equipaggeremo” il nostro personaggio, che potrà salire di livello, avere abilità personali e potrà avere un alleato in battaglia, che al momento propizio, dopo aver utilizzato il classico “Overlimit” potrà venire in nostro aiuto.
Peccato per una generale facilità che si riscontra durante tutto il gioco, a causa di scelte poco azzeccate: alcuni personaggi sono esageratamente sbilanciati, spazzando vie orde di nemici con pochissimi attacchi. Gli aiuti sono costanti, i forzieri sono sparsi ovunque, come anche cure, power up rigeneranti per gli attacchi speciali e overlimit. Si ha inoltre la possibilità di lanciare degli SOS alle persone online per ricevere tempestivamente aiuto durante la partita che stiamo giocando.
L’unico metodo per avere un livello di sfida degno di essere chiamato tale lo si ha solo impostando la difficoltà sui livelli più alti. Si sarebbe potuto fare molto di più da questo punto di vista per rendere il gioco più impegnativo e arrivare alla fine di ogni singola battaglia con un minimo di soddisfazione in più.
Non si rimane delusi invece da tutto ciò che il gioco ha da offrire: la longevità infatti è ottima, tante ore di gioco da spendere sulla modalità principale del gioco, la Dream Story, che viene ampliata grazie ai gradi ottenibili in ogni battaglia e ai singoli episodi dedicati ai personaggi giocabili del gioco. Aiutano ad aumentare la longevità media del titolo anche la modalità online, che ci permette di prendere parte a partite online con altri giocatori e una grande quantità di sbloccabili.
Tecnicamente One Piece: Pirate Warriors 2 ha alti e bassi; difficile infatti non rimanere a bocca aperta di fronte agli spettacolari filmati in computer grafica di intermezzo, veramente curati e ben fatti. Difficile anche rimanere delusi quando si passa alle fasi di gioco vere e proprie, dove il numero di nemici su schermo è impressionante e nettamente superiore rispetto a ciò che offriva il suo predecessore, i cali di frame rate inoltre sono veramente esigui, ma si notano evidenti sbavature e imprecisioni su molti dei personaggi che troviamo su schermo, senza considerare inoltre ambienti a tratti molto spogli, abbastanza piatti e ripetitivi che possono infondere un senso di confusione nel giocatore.
Dopo aver parlato dell’aspetto estetico del gioco, spediamo due parole anche su ciò che riguarda il comparto sonoro, con OST che riprendono passo passo ciò che di buono era stato fatto col primo capitolo di Pirate Warriors. Ebbene, se le musiche del primo capitolo erano interessanti e azzeccate, quelle di Pirate Warriors 2 lo sono altrettanto, incalzanti e veramente orecchiabili, e nonostante a tratti possono risultare ripetitive, riescono a sposarsi veramente bene con tutta l’azione su schermo.