Recensione Risen 3: Titan Lords – Enhanced Edition
Risen 3 è l’ennesimo titolo già uscito in passato che approda sulle console di questa generazione. Piranha Bytes ha colto l’occasione al balzo, e non si è fatta sfuggire l’opportunità di poter guadagnarci ulteriolmente, con un minimo impegno, grazie ad una remastered. Lo diciamo sin da subito, proprio per evitare (semmai ce ne fossero) eventuali speranze per un porting fatto come si deve: questa Enhanced Edition non fa altro che includere i dlc usciti in precedenza, aggiornare il motore grafico per tentare di non sfigurare sulle attuali console e…nient’altro.
Eppure le idee in questo titolo non sono mica male, a partire dalla trama. Il figlio del pirata Barba Argentata si introduce su un’isola per cercare un tesoro, dopo incubi ricorrenti che ne annunciavano la prematura morte. Un sogno premonitore che in qualche modo si avvera dopo i primi 20 minuti di gioco. Risvegliatosi dal sonno di morte, grazie ad un misterioso individuo già conosciuto da coloro che amano la saga, Bones parte alla ricerca della propria anima. Da qui parte un avventura che, sulla carta, tutto sommato è davvero carina e ispirata. Purtroppo però l’eccitazione iniziale cade sin da subito grazie a dialoghi privi di pathos. E credetemi, in un GDR con una marea di dialoghi dover leggere e saltare i dialoghi per interpretazione inesistente da parte dei personaggi, toglie gran parte dell’emozione. A peggiorare le cose c’è un’eccessiva linearità degli eventi, che a tratti risultano prevedibili e scontati. A salvare in parte tutta questa decadenza ci sono alcuni personaggi davvero riusciti e le ambientazioni (a tratti) evocative.
Ciò che fa rabbia è come questo mondo e i suoi avvenimenti siano stati gestiti in maniera approssimativa. A prima vista Risen fa davvero impressione, in senso positivo. Le innumerevoli quest da affrontare sparse in giro per il mondo di gioco, il sistema di sviluppo ed evoluzione del personaggio, la possibilità di cambiare abiti e accessori che influenzeranno poi la resa all’interno del mondo di gioco. Se tutto questo fosse stato anche solo sviluppato con più tenacia e dovizia per i particolari, probabilmente Risen sarebbe stato a priori un gran gioco. E invece ci ritroviamo di fronte un gioco che in qualche modo si finge free-roaming, dando la falsa impressione di poter andare dovunque e subito, per poi farti capire che in quel determinato luogo non ci puoi stare perchè i nemici sono ad un livello superiore. Proprio per questo avremmo gradito un sistema simile a quanto visto in The Witcher 3, in cui ogni missione veniva catalogata con il livello consigliato con cui affrontarla. Inoltre, alcune quest vengono segnalate in modo approssimativo e con informazioni davvero risicate. Tanto che, molto spesso, vi ritroverete a vagare nei mondi per cercare di capire dove avviare quella determinata missione.
Il disastro arriva però sul combat system. Nel tentativo di offrire un giusto mix che fonda elementi strategici e tattici in tempo reale, sono finiti per creare un sistema di combattimento lento e privo di mordente. Vi ritroverete ben presto ad imparare i vari movimenti dei nemici, e contrattaccare tra una parata e l’altra. La varietà degli scontri è data dalla presenza dei nemici a schermo e dalla possibilità di utilizzare sia l’arma bianca che le diverse pistole e fucili presenti. Se all’inizio la frustrazione per gli scontri lenti sarà onnipresente, la cosa cambia lievemente quando avremo dalla nostra magie, un’armatura e armi davvero potenti. Ma nulla che possa far gridare al miracolo. Altra cosa davvero ostica, per un joypad, è la gestione dell’inventario. È fin troppo evidente la natura PC del titolo e, nonostante tutto, il DualShock 4 non è all’altezza della situazione. Anche in questo caso, una maggiore ottimizzazione dei menù sarebbe stata un must.
L’aspetto tecnico del titolo non aiuta a risollevare la situazione. Nonostante il motore grafico sia stato tirato a lucido, donando alle ambientazioni degli ottimi scorci ed effetti, lo stesso non si può dire per i modelli poligonali, poveri e poco dettagliati. Così come le animazioni, legnose e a volte davvero fastidiose a vedersi, senza contare il framerate non proprio stabile e alcuni bug. I DLC inclusi arricchiscono il mondo di gioco, dando quel tocco in più che porta questo un po’ più vicino alla sufficienza, ma non bastano.
Pro
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Contro
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