Recensione State of Decay: Year One Survival Edition

Gli zombie game hanno letteralmente dominato la settima generazione di console, e si preparano a farlo anche con questa ottava a quanto pare. Ci sono state molti validi titoli e sono nate nuove e divertenti IP su questo tema, quindi in un ambiente così pieno di scelta può risultare difficile riuscire ad emergere. È questo il caso di State of Decay sviluppato dai ragazzi di Undead Labs che, prima su Live Arcade e poi su PC, è riuscito a ritagliarsi una generosa fetta di utenza ed è riuscito a proporre qualcosa di originale in un panorama così affollato.

THE SIMS: ZOMBIE?

Per chi non l’avesse giocato su 360 o su PC, State of Decay ci mette inizialmente nei panni di un sopravvissuto, Marcus, che durante la sua vacanza insieme all’amico Ed viene letteralmente assalito da un’orda di zombie nei pressi di un lago. Nella speranza di scoprire qualcosa su quello che sta succedendo e di non morire, si barrica insieme all’amico e ad una pletora di sopravvissuti nel capanno di un ranger nei pressi del lago. Ed è qui che ha effettivo inizio la nostra avventura.

Il protagonista del gioco non è Marcus, ma sono tutti i personaggi. Infatti in qualsiasi momento potremo switchare ad un personaggio a scelta tra quelli disponibili (non tutti lo saranno) e potremo proseguire la nostra ricerca, fare le missioni o semplicemente trovare viveri e materiali per potenziare il forte o l’avamposto. Da notare che in questo gioco è presente il permadeath, quindi se vi prendete a cuore un personaggio in particolare, e lo potenziate, lo equipaggiate con le armi migliori e quant’altro, dovrete stare attenti anche a non farlo morire, visto che una volta andato non ci sarà modo di recuperarlo (potrete comunque recuperare l’equipaggiamento dal suo cadavere). Questo sistema aumenta le velleità strategiche del gioco, visto che gli zombie non saranno difficili da buttare giù, ma saranno molti, e cercheranno sempre di accerchiarci e di prenderci, e in quel caso sono cavoli amari. Fortunatamente potremo sempre contare sull’aiuto di uno o più compagni, a patto di avere sufficiente fama o esperienza per potergli chiedere di accompagnarci.

State of Decay Review In-Game

Avremo la possibilità di stabilirci in un forte, o di crearne di nuovi, al fine di dare asilo a più superstiti possibili, ed è qui che nasce la più grande attrattiva di questo gioco a parere nostro. La comunità che creeremo sarà viva, e sarà gestita in maniera totalmente dinamica. Potremo stringere relazioni, aumentare il morale dei superstiti e dovremo anche provvedere ai bisogni e alle necessità del gruppo (cibo, medicine). Potremo anche potenziare i nostri forti, al fine di costruire nuove strutture per migliorare la cucina, aumentare il deposito di scorte o addirittura costruire una biblioteca. Grazie a questo sistema ogni giocatore vivrà la sua personalissima apocalisse zombie, che sarà diversa ogni volta.

YEAR ONE SU XBOX ONE

La versione per Xbox 360 e PC non era proprio il massimo, segno che il budget stanziato per il gioco non era molto ampio. Fortunatamente la versione “Year One” sistema alcuni dettagli grafici e rende un po’ di giustizia al lavoro degli Undead Labs, tuttavia i problemi rimangono ancora tanti.

La prima cosa che salta all’occhio è la risoluzione, portata ai famigerati 1080p che ormai sono simbolo di questa generazione. Il gioco è molto bello da vedere nel suo complesso, grazie anche all’ambientazione della campagna e boscaglia Statunitense, che permette di avere ambienti molto ampi senza troppi intoppi. Anche le texture sono state migliorate e sono stati potenziati gli effetti di luce, rendendo alcuni scenari molto belli da vedere. Purtroppo però permangono alcuni bug durante le collisioni o mentre si combatte. Inoltre il frame rate è incredibilmente instabile nelle situazioni più concitate, e cala a picco vistosamente sotto i 30 Frame. Inaccettabile su una console di nuova generazione.

Fortunatamente ci sono anche dei lati positivi non da poco. Grazie all’ambientazione utilizzata non ci sono molte strutture, tuttavia sono quasi tutte esplorabili e diverse sufficientemente tra loro. Inoltre la mappa è caricata totalmente in streaming, e a parte all’avvio del gioco, alla morte del personaggio e allo switch tra un personaggio e l’altro non ci saranno caricamenti di sorta.

Oltre a questo gli Undead Labs hanno anche rivisto l’interfaccia di gioco e il sistema di combattimento, ora più fluido e meno macchinoso. Nella versione “Year One” sono stati inseriti anche i due pacchetti d’espansione: Breakdown e Lifeline. Il primo ci permette di goderci State of Decay pensando alla sola sopravvivenza, senza preoccuparci della parte narrativa che sarà assente. Il secondo invece ci mette nei panni dell’esercito, con sezioni più action rispetto al gioco originale.