Recensione The Legend of Zelda: The Wind Waker HD

È vero. Non è un bel periodo per il Wii U. La console con cui Nintendo ha deciso di affrontare la next-gen non è ancora riuscita a far breccia nel cuore del pubblico. È vero anche che, però, manca una vera Killer App per questa console.

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Abbiamo avuto ottimi titoli, come New Super Mario Bros. U, Pikmin 3 e The Wonderful 101; ma è anche vero che sono sostanzialmente due i titoli che possono effettivamente evitare a Wii U di finire nel baratro che ha di fronte. Questi titoli sono un nuovo Mario 3D (stile Sunshine o Galaxy, per intenderci), e un nuovo Zelda.
Ma, se il nuovo Mario 3D è in arrivo, il prossimo Zelda è ancora pienamente in fase di sviluppo. Ma Wii U non poteva certo restare per troppo tempo privo di un episodio di The Legend of Zelda, e così Nintendo ha deciso di optare per una via parallela già rodata su 3DS (con l’ottimo Ocarina of Time 3D). In poche parole, Nintendo ha optato per un remake, e il capitolo di Zelda a cui è stata riservata questa sorte, è uno dei più discussi tra gli amanti di Zelda. C’è chi lo considera troppo facile, chi troppo fanciullesco e chi, infine, il migliore dell’intera saga.
Il titolo in questione è The Legend of Zelda: The Wind Waker HD, in uscita sul mercato il 20 Settembre per quanto riguarda la versione digitale, e dal 4 Ottobre nel mercato retail.

 

In The Wind Waker HD, per chi non avesse avuto il piacere di giocare alla versione per Gamecube, vestiremo i panni di un giovanissimo Link, che si ritroverà a vestire i panni dell’eroe leggendario nel tentativo di salvare Aril, sua sorella minore, rapita da un volatile e portata nella tenebrosa Fortezza dei Demoni. In men che non si dica, Link dovrà mettersi in viaggio, via mare, in un vasto mondo formato esclusivamente da isole. La leggendaria terra di Hyrule è stata, infatti, allagata secoli prima per fronteggiare il ritorno di Ganondorf, che ancora una volta minaccia di conquistare la Sacra Triforza e piegare il mondo sotto il suo volere.
Durante il corso dell’avventura, Link incontrerà svariati personaggi secondari tutti molto carismatici e ben caratterizzati: dalla ciurma della piratessa Dazel, a Re Drakar, la barca parlante che traghetterà Link di isola in isola.
La più grande peculiarità di The Wind Waker è sicuramente la differenza nell’overworld. Invece delle enormi piane a cui ci ha abituato la serie, Wind Waker propone per la prima volta un overworld diverso, formato esclusivamente dall’oceano.

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Chiusa questa parentesi di presentazione di The Wind Waker, passiamo al lato tecnico, che è quello che maggiormente interessa l’analisi di questo porting.
La differenza più lampante è sicuramente quella che si riscontra nel comparto grafico.
Anche su Wii U, il gioco è stato realizzato in Cel Shading, ed è palese come il tutto si sia enormemente evoluto nel passaggio all’alta definizione. Sebbene i modelli poligonali siano simili al capitolo per Gamecube, le textures sono state totalmente ricreate da zero. Uno dei fattori che ha lasciato più perplessi i giocatori all’annuncio di The Legend of Zelda: The Wind Waker HD è stata sicuramente l’elevata saturazione delle textures. Dai primi screenshot mostrati, tutto sembrava troppo acceso, quasi radioattivo. Nintendo ha lavorato molto su quest’aspetto, cercando di mantenere tutto molto acceso, senza però andare ad accecare i giocatori. Il risultato è molto gradevole e le nuove textures sono ben curate e definite.

Sono stati aggiunti anche nuovi effetti particellari, e le animazioni sono state rese più fluide. La risoluzione è stata fissata a 1080p e il frame rate si mantiene sempre costante.

Il Gamepad di Wii U sarà uno strumento molto utile, in quanto rende più pratiche svariate azioni. Ad esempio, non c’è più bisogno di aprire il menù per cambiare gli oggetti assegnati ai tasti, e per salvare la partita. Il tutto si può fare dal Gamepad. Anche le mappe, carta nautica compresa, saranno sempre visibili sul Gamepad. Inoltre, Nintendo ha pensato bene di sostituire la Radio Tingle, che permetteva di collegare un Gameboy Advance al Gamecube per accedere a funzioni esclusive, con la Bottiglia Tingle che permetterà di sfruttare il Miiverse per “mandare messaggi in bottiglia” ad altri utenti. Potremo usare questi messaggi, a cui gli altri utenti potranno rispondere, per commentare alcuni passaggi del gioco, o chiedere aiuto per alcuni enigmi più complessi.

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Per il resto, tanto il gameplay quanto i dungeon, tutto è rimasto invariato. I vari oggetti che sbloccheremo nel corso dell’avventura, ci aiuteranno a risolvere gli enigmi che inconteremo sul nostro percorso. In ogni dungeon dovremo risolvere svariati enigmi per raggiungere la sala finale, in cui un Boss non attenderà altro di sconfiggerci o essere sconfitto.

La difficoltà è alta o, perlomeno, più alta degli standard a cui questa generazione ci ha abituati. Gli enigmi sono difficili, ma nonostante questo, chi ha giocato la versione Gamecube non troverà molte difficoltà, avendoli già risolti all’epoca. Se comunque i combattimenti risulteranno troppo semplici per gli hardcore gamer, al termine della campagna si sbloccherà comunque la modalità Eroica, che rappresenta la classica Master Quest della serie.

Anche la longevità è più che discreta. L’avventura ha una durata complessiva di 20 ore, alle quali si vanno ad aggiungere comunque le ore dedicate alle svariate missioni secondarie di cui il gioco è ricco.

Il comparto sonoro, infine, risulta praticamente invariato in questo remake. Effetti sonori, voci e musiche sono identici a quanto visto su Gamecube. Non è propriamente un male. Le musiche sono infatti semplicemente capolavori, e cambiarle non solo avrebbe mandato su tutte le furie gli affezionati, ma avrebbe inevitabilmente compromesso l’atmosfera magica di cui The Wind Waker è pregno.