Recensione Total War: Rome II

La saga Total War è sempre stata un punto di riferimento per ogni fan dei giochi strategici. Total War: Shogun 2 ha fatto innamorare milioni di giocatori, e tutt’ora è considerato un must per ogni appassionato del genere. I ragazzi di Creative Assembly hanno da poco sfornato il loro ultimo lavoro, seguito dell’amatissimo Total War: Rome, ovvero Total War: Rome 2. Sarà riuscito il loro nuovo titolo ad arrivare agli standard qualitativi a cui la saga ci ha sempre abituato? Gli autori saranno riusciti a superare se stessi? O sarà il loro primo passo falso? Scopriamolo insieme.

Una Roma realistica

Total War: Rome 2 prende vita nel periodo della Roma antica, periodo di guerre, commerci e trattative. Il tutto viene ricreato perfettamente su schermo, specialmente giocando il Prologo, che funge da tutorial per il gioco vero e proprio e per inquadrare meglio la situazione in cui versava la gloriosa Roma in quel periodo. Dovremo destreggiarci tra guerre per la stessa penisola italica, massacri, guerre fratricide e guerre civili per riuscire a creare e gestire al meglio il nostro impero.

Romani in Slow Motion

Avete un PC poco performante? O al contrario, un PC potente? A Total War: Rome 2 sembra non interessare minimamente la cosa.

I settaggi grafici saranno infatti l’ultimo dei vostri pensieri, dato che capiterà spesso di avere performance migliori con settaggi Ultra che con settaggi in Medio, a prescindere dal vostro PC.

I rallentamenti la fanno da padrona nell’ultimo lavoro dei ragazzi di Creative Assembly: con i cali di frame rate, il gioco riesce a scattare sempre e comunque, minando negativamente le ore di gioco che spenderete davanti al vostro PC e trovare un compromesso grafico che riesca a risolvere questo problema potrebbe rivelarsi arduo.

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Al di là di questi problemi, il gioco si dimostra notevolmente prestante sul fronte grafico, infatti nei momenti in cui non sono presenti i rallentamenti, il gioco si dimostra per ciò che realmente dovrebbe essere, tantissimi poligoni e dettagli su schermo, città riprodotte in maniera magistrale, con la mappa della campagna che si presta benissimo grazie anche ad effetti di luce particolareggiati, e spettacolari riflessi che i mari riescono a regalarci. Peccato per alcuni dettagli che son stati trascurati, come i visi di alcuni personaggi, che risultano alle volte estremamente malfatti.

Terminiamo il nostro excursus riguardante il versante tecnico del gioco parlando dei numerosi crash che potrebbero capitare durante il gioco, facendo perdere ore preziose al malcapitato di turno, un vero peccato.

Sterminare Popoli “Divertendosi”

Sebbene Total War: Rome II sia afflitto dai problemi sopra citati, riesce comunque, con qualche compromesso, a risultare un titolo estremamente divertente e longevo, soprattutto per gli amanti del genere.

La saga ci ha sempre abituato ad un gameplay estremamente versatile e profondo e questo nuovo capitolo non è da meno. Tantissime sono infatti le possibilità e le scelte di gioco che abbiamo a disposizione. Riusciremo quasi a perderci grazie alle mille opzioni che il nuovo lavoro di Creative Assembly ci mette davanti, come possibili costruzioni da creare nelle città delle tue provincie, o nuove tecnologie da ricercare.

Potremo portare avanti la nostra campagna come meglio riteniamo, potremo essere subdoli esecutori dei popoli adiacenti, o più semplicemente farci strada tramite semplici stratagemmi commerciali.

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Potremo dialogare con i popoli che abbiamo incontrato durante la nostra campagna, stringere con loro patti, armistizi, guerre ed anche farli diventare nostri stati cliente. Sarà inoltre piuttosto complicato giudicare bene ciò che offriamo, in quanto un minimo sbilanciamento potrebbe scatenare conseguenze che non gioveranno al giocatore.

In sostanza il titolo risulta parecchio divertente, ma anche qui i problemi sono presenti: un esempio lampante è l’IA nemica, che più di una volta lascerà il giocatore di turno allibito per scelte alle volte discutibili, come ad esempio abbandonare la propria capitale in favore di uno stabilimento minore.

SBQR: Sempre Buggati Questi Romani

Perché questo titolo? Prima di spiegarlo ci vuole una premessa. Tanti sono stati ultimamente i titoli che hanno subito una triste sorte: un lancio sul mercato disastroso. Ricordiamo il recente SimCity e l’ultimo capitolo di una delle saghe più famose della Blizzard: Diablo III. Total War: Rome II condivide con questi due titoli tante cose, non sono analoghi i problemi, ma è analogo il risultato: la forse estrema fretta nel voler rilasciare il gioco.

Total War: Rome II ha visto la luce sotto una cattiva stella, tantissime sono state le segnalazioni e le lamentele che i fan hanno sporto nei confronti di SEGA e Creative Assembly. Tra le segnalazioni più pesanti abbiamo quelle riguardanti i bug, molto presenti nel gioco e fin troppo pesanti, passando dai bug grafici per andare fino ai glitch di programmazione, come l’impossibilità di poter stringere trattati di pace con le altre popolazioni (per fare un esempio).

C’è però da dire che è stata recentemente rilasciata una patch, che risolve molti di questi problemi, senza però purtroppo debellarli definitivamente. Permangono infatti moltissimi problemi di varia entità nell’avanzare del gioco.

Bisogna spendere qualche parola positiva però per quanto riguarda la longevità del gioco e il sonoro.

La longevità,  come ogni capitolo di Total War ci ha abituato, è alle stelle. Il gioco ci da infatti la possibilità di vestire i panni di tantissime civiltà e sottociviltà di esse. Il sonoro è probabilmente una delle cose migliori che possiamo riscontrare nel corso del gioco, musiche epiche, molto azzeccate e mai sottotono, sia che ci troviamo nella mappa della campagna sia che ci troviamo sul campo di battaglia.

Non si può dire lo stesso del doppiaggio, in quanto la promessa localizzazione che SEGA e Creative Assembly avevano promesso ai fan italiani e spagnoli non è stata mantenuta. Sono state inoltre ignorate le moltissime lamentele che sono arrivate dopo il rilascio del gioco e ci ritroviamo quindi con romani che parlano inglese. Un vero peccato.