Quando sentiamo parlare di picchiaduro non può non venirci subito in mente il nome di Street Fighter. Nato nel lontano 1987 dalle mente di Takashi Nishiyama e Hiroshi Matsumoto, il gioco divenne fin da subito un vero e proprio cult per gli appassionati del genere, spopolando in tutte le sale gioco del mondo a suon di monetine. Nel corso degli anni, la saga si è aggiornata con numerosi capitoli, la maggior parte dei quali rivelatisi sempre impeccabili in termini di gameplay e divertimento. Fu Street Fighter II: The World Warrior a potenziare la formula del vero “picchiaduro ad incontri”, ottenendo un successo a dir poco stratosferico (ancora oggi viene giocato con molto piacere). Con gli anni, il brand è andato ad evolversi sempre di più e sono state introdotte nuove meccaniche e apportate modifiche al combat system; come non citare in tal caso Street Fighter Alpha o Street Fighter 3rd Strike. Poi su PS3, Xbox 360 e PC è arrivato Street Fighter IV, ad opera del “folle” Yoshinori Ono, che si è dimostrato essere non solo uno dei migliori capitoli della serie ma addirittura uno dei migliori picchiaduro della propria generazione. Dopo le svariate edizioni di quest’ultimo, e con il sopraggiungere della nuova era di console, Capcom ha deciso di rinnovare completamente la saga, annunciando un capitolo nuovo di zecca: Street Fighter V.
Si presenta fin da subito il più “atipico” rispetto ai titoli precedenti. Innanzitutto non è multipiattaforma, e viene rilasciato in esclusiva console su PlayStation 4 (tramite un accordo stretto tra Capcom e Sony) e su PC. Ma le novità non si fermano qui. Disponibile sul mercato ormai da qualche settimana, noi ci abbiamo giocato intensamente e siamo pronti per dire la nostra a riguardo.
N.B: Essendo questa solo la prima parte della recensione completa, a fine articolo non troverete alcuna votazione e\o giudizio definitivo.
Nuova sfida, Nuove regole
Con Street Fighter V Capcom ha le idee chiare (?): niente più super-mega-ultra-extra edition che si susseguiranno nel tempo. No, il gioco esce in versione base e nel corso dei mesi a seguire verrà aggiornato costantemente con nuovi contenuti e bilanciamenti. La formula all’apparenza sembra essere quella giusta, qualcosa però è andato storto. Ma andiamo con ordine.
Iniziamo parlando della caratteristica principale, quella che fa la differenza in un picchiaduro: il gameplay. E su questo fronte, da buon Street Fighter che si rispetti, il gioco non pecca assolutamente. Già dalla prima partita, il feedback è subito positivo; Capcom ha deciso di rimanere fedele a quella frenesia e quella tecnicità tipica della serie ma, allo stesso tempo, semplificando il tutto e rendendo i combattimenti più accessibili ai neofiti della categoria. Le novità introdotte sono rappresentate dal V-System, ciò che permette di personalizzare lo stile di ogni singolo personaggio. Ne fanno parte le V-Skill, le quali possono essere attivate premendo due attacchi medi insieme. Non sono mai le stesse per ogni combattente, tanto è vero che al momento è solo Ryu l’unico ad utilizzare una V-Skill come parry; consegue poi il V-Trigger, attacco molto efficiente ma che consuma l’intera barra e che è ricaricabile ad ogni colpo subito. Il V-Trigger può dar vita ad effetti davvero devastanti, come nel caso di Nash, che è capace di integrare tale abilità nelle sue combo. Sempre nel caso di Ryu, il personaggio apparentemente più equilibrato del roster, il V-Trigger permette di ottenere un potenziamento alle proprie tecniche, Hadouken e Shoryuken inclusi. Importantissimo anche il V-Reversal, grazie al quale è possibile scampare ad un attacco critico dell’avversario. Infine abbiamo le care vecchie Super, rinominate per l’occasione Critical Art. Quest’ultime sono attivabili in maniera molto più semplice rispetto al passato: niente più complesse combinazioni di tasti, tutto è stato semplificato per rendere vita facile ai giocatori novelli, ma allo stesso tempo senza togliere il divertimento a chi Street Fighter lo mastica da tempo. Il bilanciamento tra i personaggi, salvo alcuni rari casi, è praticamente perfetto . Nessun combattente si rassomiglierà nelle tecniche (anche Ryu e Ken sono stati differenziati nello stile di combattimento) e contemporaneamente nessuno prevarrà in maniera netta sull’altro. Complice, come già detto, l’ottima gestione del V-System. Su questo fronte, poco da dire: Street Fighter V è un picchiaduro tecnico, frenetico, divertente ed equilibrato. Insomma, uno Street Fighter a tutti gli effetti.
Ma ora ci tocca passare alle note dolenti. E purtroppo non sono poche.
Niente Arcade Mode!?
Come già accennato in apertura, Street Fighter V è un prodotto piuttosto atipico, una sorta di titolo sperimentale da parte di Capcom. Con questo nuovo capitolo la società si è imposta di procedere in maniera un po’ diversa rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda la scelta distributiva. Sia chiaro, Street Fighter V resta sempre votato alla competizione dura e cruda, il che va anche a braccetto con il gameplay praticamente impeccabile di cui sopra. Se non fosse che al gioco resta solo questo elemento per giustificarne l’acquisto. Per chi cerca la singola sfida potrebbe anche bastare, ma fidatevi se vi diciamo che Street Fighter V è assolutamente uno dei picchiaduro più scarni in termini contenutistici a cui abbiamo mai giocato, legato irrimediabilmente ad una natura full-online. Basta solo dare uno sguardo al menù principale per rendersi conto di cosa stiamo parlando: sembra quasi di trovarsi di fronte ad una beta o comunque ad un titolo in Early Access. Partiamo dal roster, composto soltanto da 16 personaggi. A parte le 4 new entry – F.A.N.G, Laura, Rashid e Necalli – il resto della ciurma è conosciuta a tutti i fan della saga. Sono da segnalare però alcune assenze abbastanza “gravi” che non sono state ben digerite dall’utenza (Akuma e Blanka su tutti). Ma su questo siamo anche disposti a transigere, pizzicotto sullo stomaco e andiamo avanti. Il vero problema si manifesta quando si decide di passare al gioco in single, sperando magari di ritrovarsi lodevoli quantità di materiale di cui usufruire. Non è così. Le uniche modalità attualmente presenti sono: il Versus locale 1vs1, Sopravvivenza, Allenamento (che non ha bisogno di presentazioni) e una sorta di modalità Storia sulla quale stendiamo un velo intriso di pietà.
In una breve descrizione, essa parte con un classico prologo che funge anche da tutorial ed è composta da 3\4 scontri per personaggio, il tutto completabile in meno di mezz’ora. L’amarezza vera e propria giunge poi con le scenette intermedie, visualizzabili tra uno scontro e l’altro. Definirle disegni appena abbozzati è riduttivo. Ed è un peccato, soprattutto se dietro la loro realizzazione troviamo il nome di Bengus, artista storico legato alla serie Street Fighter. La modalità Sopravvivenza invece è il classico survival, durante il quale bisogna affrontare in sequenza tutti i personaggi con un livello crescente di difficoltà e con la ricarica della propria energia disabilitata; ad ogni match concluso ci viene data la possibilità di spendere dei punti per ottenere diversi potenziamenti utili per gli scontri a seguire (incremento della barra di energia, del barra V e così via), oppure per sbloccare alcuni extra aggiuntivi. In poche parole, Sopravvivenza è semplicemente uno stupido pretesto per giustificare l’assenza di una Arcade Mode vera e propria. Esatto, proprio così, niente Arcade Mode. La modalità madre di tutti gli Street Fighter. Quella che avrebbero dovuto inserire ancor prima di cominciare a sviluppare il gioco. Niente, in Street Fighter V non è presente. Un’assenza ingiustificata, dettata forse dalla fretta di rilasciare il gioco nei tempi prestabiliti. Capcom ha però annunciato di volerla inserire successivamente tramite un update del gioco, ma non è chiaro quando (si parla di questa estate).
In tutto ciò, ci sono poi da menzionare i famigerati Fight Money, di cui parleremo nel dettaglio al paragrafo successivo.
Unlock a suon di botte!
Street Fighter V offre un sistema di valuta in-game diviso in Zenny e Fight Money , attorno al quale ruota praticamente tutto. Come già detto, ciò che Capcom ha intenzione di fare con questo nuovo capitolo è creare un prodotto che con il tempo verrà ampliato di nuovi contenuti; tali contenuti potranno essere sbloccati attraverso il metodo più classico, cioè mettendo mani al portafogli e fare il pieno di Zenny , oppure tramite Fight Money, ottenibili semplicemente giocando. Figata, direte voi. Ecco…non proprio. La quantità di Fight Money utile per sbloccare i contenuti più importanti necessita di molto, moltissimo tempo, e se non si è disposti a trascorrere intere giornate sul gioco, la vediamo dura. Basti considerare che per l’unlock di un solo personaggio occorrerà avere a disposizione 100.000 FM (o 600 Zenny \ 6,00 $), e con una vittoria in uno scontro ranked se ne ottengono solo 50, mentre ad ogni Level-Up circa 1000. La moneta è ottenibile anche giocando a Sopravvivenza e Storia, ma il processo è ancora più lungo e noioso . Sorgono poi altri due problemi: 1) lo store dove acquistare e sbloccare contenuti , al momento non è attivo e sarà disponibile solo nel corso del mese 2) per accumulare FM è necessario essere costantemente collegati ai server di gioco; se si è intenzionati ad incrementare il proprio portafogli virtuale e non si è connessi ad una rete internet, non servirà a nulla giocare alle modalità in singolo.
Quindi, nonostante questa nuova strategia adottata da Capcom, crediamo che saranno in molti a cadere nella tentazione di pagare in Zenny (quindi con soldi veri) per aver accesso ai contenuti futuri. E ci teniamo a precisare che attualmente il gioco viene venduto al classico prezzo di 69 €.
Street Fighter Online
Come avrete ben capito, la parte online è il cuore pulsante di questo nuovo Street Fighter. Tutto è stato pensato per tenere l’utente costantemente connesso alla rete del gioco, motivandolo nello scontro con altri giocatori sparsi nel mondo. Nonostante ciò, anche in questo caso i problemi non mancano. Il netcode è abbastanza stabile ma il matchmaking risulta ancora troppo lento (anche se migliorato rispetto al periodo di lancio) e in alcuni casi è risultato essere anche piuttosto sballato nel trovare giocatori dello stesso livello. Inoltre, abbiamo trovato il processo di invito alle Lobby (al momento limitate a soli due giocatori ) davvero troppo scomodo; la macchinosità che si ritrova nell’invitare un amico per uno scontro ci è sembrata una lacuna che Capcom poteva benissimo risparmiarsi, soprattutto se poi l’obiettivo è proprio quello di incentrare tutto sulla componente online. Quando però si riesce a beccare una partita con una buona connessione, grazie anche al sistema di filtraggio che permette di scegliere la qualità del ping, il gioco si comporta in modo egregio e il divertimento è assicurato. Peccato per la presenza dei soliti furbetti che pur di non accettare una sconfitta preferiscono la via di fuga tramite Rage Quit (ma Capcom si sta attivando per trovare la giusta soluzione contro questa scorrettezza, probabilmente con una riduzione dei Punti Lega). Nota di merito per il nuovo Capcom Fighting Network, che da la possibilità di visualizzare il profilo di un determinato giocatore, osservare i suoi progressi e assistere ai replay delle partite. Inoltre, c’è anche da segnalare l’ottima gestione del Cross Play tra giocatori PlayStation 4 e PC.
Insomma, Street Fighter V da effettivamente il meglio di sè nel multiplayer online, e noi speriamo che Capcom non prenda troppo superficialmente il supporto di quest’ultimo e si impegni a risolvere i piccoli problemi che ancora sono presenti.
Ritocco Grafico
Dal punto di vista tecnico, Street Fighter V ci ha convinti, seppur con qualche riserva. Il salto generazionale è piuttosto evidente, e le differenze con il precedente Street Fighter IV sono palesi. Capcom in questo nuovo episodio ha deciso di adottare l’utilizzo del motore grafico Unreal Engine 4, abbandonando quello proprietario MT Framework. Su PlayStation 4 il risultato è piuttosto buono: la risoluzione full hd a 1080p e -soprattutto- il framerate granitico a 60 frame, si sposano alla grande con il gameplay votato alla freneticità e alla spettacolarità. I modelli poligonali dei combattenti hanno subito un evidente ritocco rispetto al passato, con una carica di stile davvero lodevole per qualcuno di loro. Buonissimi gli effetti di luce e dei colori derivanti dai colpi energetici dei personaggi e dagli scenari che fanno da sfondo ai combattimenti (alcuni dei quali però ci sono parsi un pochino troppo scarni) . Ottime le musiche e il sonoro, con il doppiaggio che è possibile impostare anche in lingua giapponese. Peccato però per la presenza di alcuni difettucci che vanno a macchiare il quadro generale, come ad esempio l’antipatica presenza di una compenetrazione poligonale un po’ troppo accentuata. Anche in questo caso c’è da incolpare la scelta di una release troppo affrettata, ma si spera in una correzione tramite patch al più presto.