The Solus Project – Recensione

The Solus Project è il frutto del lavoro di Sjoerd “Hourences” De Jong. Un uomo che, da solo, ha avuto la visione per l’intero gioco e ne ha realizzato una gran parte della bellezza. Sjoerd ha oltre 12 anni di esperienza nel settore e ha lavorato per una serie di piccoli e grandi studios come Starbreeze, Epic Games, Guerrilla Games, Digital Extremes, e molti altri. Il titolo è stato in produzione dal Luglio 2013, con un team da 5 a 10 persone e finalmente, dopo diversi anni di studio e lavoro, esso è pronto per uscire allo scoperto e farsi apprezzare dal mondo intero. Si tratta di un single player esplorativo e di un’avventura guidata, con alcuni elementi di sopravvivenza, ambientato su un pianeta alieno, misterioso e apparentemente disabitato. Lo scopo principale rimane quello di sopravvivere, e, attraverso l’esplorazione, svelare i misteri di Gliese-6143-C.

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Breve storia

Quello che è chiaro fin dai primi istanti di gameplay è che la Terra è stata distrutta, l’umanità non ha più una casa, e tutto ciò che ne rimane è una piccola flotta di navi vicino a Plutone. Come ultima speranza per l’umanità, alcuni uomini sono stati inviati ad esplorare un pianeta molto lontano come luogo per una potenziale colonia. Ma, dopo diversi anni di viaggi nello spazio, accade ancora un ulteriore disastro; mentre si avvicina ad un pianeta, la vostra nave impatta e si distrugge. Purtroppo, tutto l’equipaggio pare non avercela fatta, siete voi gli unici sopravvissuti allo schianto, completamente e assolutamente soli, senza possibilità di trasmettere o mandare segnali in quanto privi di mezzi di comunicazione. Abbandonati a voi stessi in un pianeta sconosciuto, in cui non è chiaro se esista o meno qualche altra forma di vita.

Esistono due possibilità: o che siamo soli nell’Universo o che non lo siamo. Sono entrambe ugualmente terrificanti. – Arthur C. Clarke

L’unica cosa da fare è cercare di trovare un modo per comunicare, esplorando il pianeta, apparentemente disabitato, alla disperata ricerca di qualche strumento che possa salvarvi la vita.

Gameplay

Come accennato in precedenza, The Solus Project è un gioco di sopravvivenza single player in prima persona. Il titolo si svolge in un colorato ambiente sci-fi, alieno e preistorico allo stesso tempo. Ovviamente come prima impressione, data l’ambientazione e l’impostazione sci-fi, The Solus Project potrebbe essere visto come il solito gioco di sopravvivenza in ambiente sci-fi, ma non appena si iniza a giocare avrete la sensazione che si tratti di qulacosa di diverso e non della solita minestra scaldata. Ovviamente, la meccanica di base è sempre la stessa: dovrete preoccuparvi della sopravvivenza del vostro personaggio. Dunque sarete chiamati a fare attenzione a tutte quelle caratteristiche che permettono ad un essere umano di sopravvivere: dovrete andare alla ricerca di cibo ed acqua, fare attenzione alla temperatura, a non farsi del male cadendo da qualche dirupo e dovrete, ovviamente, riposare abbastanza. L’obbiettivo del gioco è proprio quello di esplorare e scoprire. Tutto quello che si mostra attorno a noi è un vasto mondo, ricco di vegetazione aliena, imponenti monti e molto mare. Sotto questo punto di vista il gioco appare davvero gratificante, diverse zone dall’affascinante ambientazione rendono l’esplorazione davvero interessante, inoltre è davvero molto singolare l’inserimento di alcuni dettagli, quali piogge meteoritiche, che sono di un fascino difficile da descrivere. Anche se esse non sono proprio innocue! Infatti se capitano vicino al luogo in cui vi trovate, queste alzeranno la temperatura dell’ambiente circostante, costringendovi ad un riparo per evitare di subire danni al proprio personaggio.

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Sicuramente è carina ed interessante la possibilità di crafting tra gli oggetti: ad esempio sarà possibile unire un tubo, dell’olio e una pianta per creare una sorta di torcia; oppure si potranno ricavare diversi tipi di rocce, anche se rimane un peccato l’impossibilità di potersi creare un vero e proprio rifugio con gli elementi sparsi nel pianeta. Molto stimolante è invece la possibilità di personalizzazione del livello di difficoltà, da una percentuale dello 0% (molto facile) sino ad arrivare al 400% (molto difficile); tutto ciò fornisce quindi la possibilità al titolo di essere apprezzato da un pubblico davvero vasto, in quanto può essere giocato sia come un survival davvero realistico, sia come come un semplice gioco esplorativo.

Grafica e suoni

Utilizzando l’ultimo Unreal Engine 4 il gioco beneficia davvero di una grafica avanzata, ottima e gratificante, seppure mantendo un framerate costante anche settando tutte le impostazioni su ultra. Inoltre è ottima la possibilità di settare e regolare le impostazioni aggiuntive attraverso il file configs. Le texture sono di alta qualità, gli effetti di luce ed i dettagli generali nei livelli sono fantastici: ragnatele appese in caverne, luci colorate dei cristalli (e qualche forma di torcia). L’unica vera pecca a livello grafico riamane sicuramente l’impossibilità di potersi vedere i piedi, oppure le mani nel momento in cui si afferrano gli oggetti oppure non si abbia nulla da impugnare.

Un punto positivo è da attribuire al reparto tecnico sonoro, il quale riesce a riflettere in maniera ottimale quella che è l’atmosfera dell’ambiente di gioco, dal mistero delle caverne alla solitudine delle distese, dalla fiamma di una torcia al rumore di un motore di una nave ormai distrutto.

Pro

  • Storia interessante…
  • Diversi ambienti da esplorare e misteri da scoprire
  • Comparto tecnico sonoro adeguato
  • Atmosfera immersiva

Contro

  • …anche se alcuni dettagli restano inspiegati
  • Gameplay a tratti leggermente ripetitivo
  • Nessuna personalizzazione del personaggio
  • Inventario poco curato

The Solus Project su Steam: LINK